Sequestro depuratore Soverato, i Sindaci non ci stanno: “analisi nella norma”

Catanzaro Attualità

Lo scorso 9 agosto un la Guardia Costiera ha sottoposto a sequestro il depuratore consortile di Località Corvo (QUI), che serve i comuni di Soverato, Satriano, Davoli e San Sostene, nel catanzarese, contestando delle gravi anomalie strutturali che ne avrebbero compromesso significativamente il funzionamento e poiché tutti i reflui fognari venivano scaricati nel vicino fiume Ancinale senza aver completato il ciclo di depurazione.

Una notizia che ha suscitato grave preoccupazione ed un grande allarme sociale sullo stato di balneabilità del mare della zona. e sulla quale Massimiliano Chiaravalloti, Daniele Vacca, Giuseppe Papaleo e Luigi Aloisio, rispettivamente sindaci di Satriano, Soverato, Davoli e San Sostene, hanno voluto precisare la loro posizione.

Una decisione dettata dalla necessità di fornire a cittadini e turisti una corretta informazione sul reale stato dell’impianto di e delle acque del mare.

Appena appresa la notizia, i sindaci dei comuni serviti dall’impianto, per avere una piena ed ufficiale contezza della situazione, hanno immediatamente richiesto alla Guardia Costiera di Soverato il risultato delle analisi dei prelievi effettuati presso il depuratore.

In risposta a questa richiesta, il 13 agosto scorso la Guardia Costiera ha inviato copia dei rapporti di “prova prelievo” eseguiti il 5 e l’11 agosto precedenti dall’Arpacal.

Risultati che confermano che il ciclo di depurazione dell’impianto di Soverato sarebbe perfettamente funzionante e che non sono state riscontrate presenze di fanghi di depurazione al punto di scarico nel fiume Ancinale.

“Dunque - sbottano i primi cittadininon è vero che ‘tutti i reflui fognari venivano scaricati nel fiume Ancinale senza aver completato il necessario ciclo di depurazione’, come invece è stato incautamente affermato nel comunicato. A ulteriore conferma di ciò, basti considerare le verifiche e i controlli delle acque che l’Arpacal esegue a cadenza mensile, da ultimo, nel nostro mare, in data 12 agosto (quindi pochissimi giorni dopo i prelievi eseguiti dalla Guardia Costiera)”.

“Anche queste analisi, così come quelle effettuate nel mese di luglio - proseguono - attestano e confermano la buona qualità e salubrità delle acque del mare dei comuni interessati. Peraltro, va evidenziato che lattività dellimpianto non è mai stata interrotta e che tutto il ciclo di depurazione continua a essere svolto in maniera completa”.

Chiaravalloti, Vacca, Papaleo e Aloisio fanno poi rilevare quelle che per loro sarebbero delle anomalie o delle ‘stranezze’ procedurali che emergerebbero dalla sequenza dei fatti e dal contenuto di quanto dichiarato dalla Guardia Costiera.

“In particolare - sostengono i quattro sindaci - appare alquanto strana la fretta con la quale si è voluto diffondere il comunicato stampa. Difatti, la Guardia Costiera ha effettuato i prelievi il 5 agosto ed ha ricevuto dallArpacal i risultati di fine analisi solo il 12 agosto; ma già il 9 agosto – dunque, ben prima di conoscere i risultati completi e ufficiali – aveva comunicato urbi et orbi la notizia (peraltro, non pienamente veritiera) del mal funzionamento dell’impianto e dell’inquinamento delle acque”.

Già l’11 luglio la Guardia Costiera aveva tra l’altro eseguito un altro prelievo presso il depuratore e i risultati delle analisi sarebbero stati pressoché identici a quelli del 5 agosto.

A Chiaravalloti, Vacca, Papaleo e Aloisio sorge dunque un interrogativo: “se la situazione era identica e altrettanto grave anche nei primi giorni di luglio, come mai non si è ritenuto di attivarsi immediatamente a salvaguardia della salute pubblica, ovvero di informare il Sindaco (che è, lo si ricordi, la massima autorità sanitaria nel territorio comunale), perché adottasse con urgenza i provvedimenti necessari?”

“Infine – sempre secondo i primi cittadini - sarebbe oltremodo importante poter avere piena certezza riguardo le modalità seguite nelleffettuare i prelievi. Secondo le normative vigenti, infatti, per poter attestare che un depuratore non funziona o non compie l’intero ciclo di lavorazione, i campioni da analizzare vanno prelevati nei punti di entrata e di uscita dell’impianto (ovviamente per verificare lo stato dei reflui prima e dopo la lavorazione), e le risultanze devono essere mediate nel tempo”.

I quattro sindaci rassicurano infine che le loro Amministrazioni comunali, servite dall’impianto sequestrato, abbiano fatto sempre il massimo per salvaguardare la salute pubblica, e che il monitoraggio del funzionamento del depuratore sia “costante e sempre assolutamente rigoroso”.

“In ogni caso, avendo questa notizia generato un preoccupante e perdurante allarmismo nella popolazione, arrecato un grave danno di immagine, peraltro in un periodo in cui i turisti scelgono le loro mete balneari procurando quindi un danno economico ai nostri comuni che hanno nel turismo un’importante fonte di reddito, le Amministrazioni comunali ritengono opportuno e necessario intraprendere ogni azione nelle sedi opportune, a salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente, nonché del buon nome e dell’immagine delle comunità interessate” concludono Chiaravalloti, Vacca, Papaleo e Aloisio.