70mo scomparsa De Gasperi, messa a Catanzaro. Tassone: più grande statista d’Italia
Celebrata a Catanzaro, nella Chiesa di San Nicola, una messa in suffragio di Alcide De Gasperi a 70 anni dalla morte. Il celebrante, Don Salvatore, ha ricordato che lo statista è stato un esempio di cristiano autentico, che ha trasfuso nell'azione di governo le raccomandazioni al dialogo, l’attenzione ai ceti più deboli, come vuole la Chiesa.
Alla presenza dei convenuti - tra i quali Nino Gemelli, il segretario provinciale del Ndcu Vito Bordino, Pippo Capelluto, Gino Cordova, Pasquale Ruga, Pasquale Esposito, Pasquale Talarico, Tommaso Stanizzi, Piero Romeo, Mary Pileggi, Luigi Stanizzi, Vincenzo De Sarro, Antonio Massimo Robertelli e numerosi amministratori e amici delle province calabresi – è stato Mario Tassone a ricordare che De Gasperi è stato invero “lo statista più grande che l’Italia abbia avuto nell’ ultimo secolo”.
Vittima del regime fascista, patì il carcere e l’esilio, ma conservò inalterati gli ideali che lo portarono ad aderire al PPI di Luigi Sturzo. Dopo l’armistizio fondò con pochi altri amici la Democrazia Cristiana, per prepararsi al governo del Paese dopo la guerra di liberazione nazionale.
Il suo credo religioso lo guidò nell’azione di governo, creando le condizioni per la ricostruzione dell’Italia. La sua concezione del sociale lo portò a creare anche la Cassa per il Mezzogiorno, per far fronte alle condizioni del sud arretrato e prevalentemente agricolo. La norma per la distribuzione delle terre fu risolutiva per trasformare la società meridionale da agricola in società imprenditoriale, ancorché di piccole dimensioni.
La visione occidentale lo portò a condividere la Nato, la sua visione della storia europea lo convinse a sostenere e caratterizzare l’accordo per la Ceca, l’Euratom, la Ced, bocciata dal Parlamento francese.
Il suo rifiuto a comporre una maggioranza al Comune di Roma con il Movimento Sociale Italiano, che gli portarono le ire della gerarchia, ha avuto un grande significato politico, perché ha sottolineato che i valori non sono oggetto di trattative e mediazioni, ma devono essere rispettati sempre.
“I fautori di ipotesi che il movimento politico dei cristiani possa associarsi con strutture politiche di natura opposta per concezione democratica e libertaria, dovranno ricredersi, perché ogni partito ha la propria storia, che potrà essere rispettata, ma mai confusa o menomata” ha detto ancora Tassone.
“Chi ha fatto scelte diverse sia coerente e le difenda e non pretenda di essere condiviso, perché le scelte valoriali non si piegano alle convenienze. Il lavoro che in tanti stanno facendo per organizzare politicamente i cristiani, secondo l’esigenza affiorata nella 50a edizione delle Settimane Sociali, potrà trovare compimento con l’impegno umile di quanti non si porranno come obiettivo la gestione del potere, ma il bene delle popolazioni che governano”, ha poi concluso.