Carrello della spesa: rallentano i rincari, Calabria tra le regioni più economiche

Calabria Attualità

Compie 35 anni esatti l’Indagine supermercati di Altroconsumo, nata con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di prezzo dei supermercati per aiutare il consumatore a scegliere il punto vendita in cui fare la propria spesa e contribuire alla trasparenza e alla competitività del mercato.

Uno strumento che si rivela ancora più prezioso nell’attuale contesto socio-economico. Lo scenario del 2023, infatti, ha visto l’inflazione continuare a correre e, nonostante l’aumento dei redditi (+4,7%), il potere d’acquisto degli italiani si è ridotto di un ulteriore 0,5%, dopo la netta contrazione (-1,8%) registrata nel 2022, con conseguente erosione del risparmio delle famiglie.

In questo quadro, l’Indagine supermercati elaborata dall’Organizzazione si propone di essere un supporto efficace per risparmiare sul “carrello della spesa”, costo difficilmente comprimibile, che rappresenta una voce consistente nel bilancio familiare.

Grazie ai dati di Altroconsumo, infatti, una coppia con due figli, che spende mediamente 9.128 euro l’anno (dati Istat 2023) può arrivare a risparmiare fino a 3.400 euro acquistando i prodotti in assoluto più economici in vendita nel discount più conveniente dell’indagine per questo tipo di spesa.

Ma anche un single può ottenere un risparmio significativo di 2.100 euro su una spesa media annuale di 5.548 (dati Istat 2023). In entrambi i casi si tratta di un risparmio di oltre il 35%.

L’indagine di Altroconsumo – effettuata dal 4 marzo al 31 marzo scorsi in ben 1.140 negozi distribuiti in 65 città italiane - misura il posizionamento di prezzo dei punti vendita e delle catene della GDO sulla base di quattro possibili panieri di spesa (prodotti di marca, a marchio commerciale, più economici e misto), sintetizzando l’analisi di 1,4 milioni di prezzi di tutti i prodotti presenti a scaffale in 126 categorie di prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona e alimenti per animali.

LA CORSA DEI PREZZI

A fronte di un tasso di inflazione in calo, ma ancora alto nel 2023, la buona notizia è che nei 12 mesi da marzo 2023 a marzo 2024 i prezzi nei punti vendita presi in esame hanno mostrato mediamente aumenti contenuti e in alcuni casi quasi nulli.

La tipologia di punto vendita che ha aumentato maggiormente i prezzi sono i super con un incremento dell’1,74% seguiti dagli Iper +1,6%. Chiudono i discount che, con lo 0,25% di aumento, praticamente non hanno variato i prezzi.

Si tratta quindi di incrementi molto contenuti, che segnano un deciso cambio di passo nella dinamica dei prezzi del carrello della spesa che negli scorsi anni aveva registrato un’impennata: basti pensare che nel 2023 l’aumento medio dei prezzi sull’anno precedente nei discount, ipermercati e supermercati si attestava al + 12,6%.

L’INSEGNA PER LA SPESA MISTA

Le classifiche variano in funzione del tipo di carrello: le cose cambiano molto, infatti, se si acquistano i prodotti più economici sullo scaffale, oppure quelli di marca, a marchio commerciale (con il logo della catena) o se si considera una “Spesa mista”, con tutti i tipi di prodotto.

Quanto a quest’ultima opzione, i vincitori restano gli stessi del 2023: tra iper e super, la catena più conveniente dell’indagine (indice 100 in classifica) è di nuovo Famila Superstore. Conad e Pam seguono a una certa distanza, 104 punti, quindi con prezzi rilevati più alti del 4%; penultimo e ultimo posto, invece, per Bennet e Carrefour Market (a +10% e +11%).

Quanto ai discount (in una classifica separata, non avendo lo stesso assortimento di marche), anche In’s conferma la vetta del 2023, seguito a distanza di un solo punto da Eurospin.

Il più caro è invece Penny Market (che nel tempo ha anche perso quote di mercato): la spesa mista è costata ben il 13% in più rispetto al vincitore In’s.

I PRODOTTI PIÙ ECONOMICI

Se si vuole risparmiare il più possibile, i discount restano la scelta migliore: occupano i primi sette posti per la “Spesa con i prodotti più economici”, anche a grande distanza rispetto a molte insegne, dove questo tipo di carrello costava fino al 35% in più.

Quest’anno la prima posizione va a Lidl, discount piuttosto diffuso. Nel 2023 il vincitore era stato In’s, che comunque resta abbastanza alto in classifica nel 2024, anche se con prezzi a + 4% dalla vetta.

Bene anche in questa graduatoria Eurospin: il primo rivale di Lidl è a un solo punto dal concorrente per i prezzi dei prodotti più economici.

Il discount Penny Market si fa notare di nuovo in negativo invece: nel 2023 aveva prezzi più alti del 4% rispetto alla più conveniente dell’indagine per i prodotti meno cari, quest’anno si arriva al +12%, con costi simili a quelli del primo super in classifica, Esselunga (forte della sua linea primo prezzo “Smart”).

LA SPESA DI MARCA

Bennet, catena di iper del Nord-Ovest, conquista la vetta (nel 2023 era di Esselunga e Famila, che ora restano comunque a un solo punto).

In generale, per la spesa di marca, non emergono grandi possibilità di risparmio tra insegne: gli indici sono spesso uguali o molto vicini al contrario di altri tipi di spesa su cui, invece, si può risparmiare di più tra una catena e l’altra. Chi si distacca maggiormente è Carrefour Market, con prezzi rilevati più alti di Bennet del 9%.

IL MARCHIO COMMERCIALE

Iper e super puntano sui prodotti con il loro marchio per contrastare l’avanzata dei discount. Per questo tipo di prodotti è, a sorpresa, Carrefour l’insegna in cui si sono rilevati i prezzi meno cari dell’indagine; l’anno scorso era solo sesta. Bennet, che primeggia per la spesa di marca, è invece ultima in questo caso, con prezzi a + 21% rispetto a Carrefour.

LE CLASSIFICHE DEI PUNTI VENDITA

Se si preferisce la spesa di marca in iper e super, si può fare affidamento anche alle classifiche città per città (QUI): infatti - oltre a stilare le graduatorie globali per insegna e vari tipi di prodotto – Altroconsumo ha analizzato quali sono i negozi meno cari per i prodotti di marca, in ognuna delle 65 città visitate.

I primi nove posti tra i negozi dell’indagine vanno alla catena Rossetto, nel Nord-Est; segue uno Spazio Conad in provincia di Bari, poi gli altri punti vendita meno cari visitati, fino alla trentesima posizione, sono quasi tutti del Nord; ultimi un Despar di Cagliari e un Carrefour Market di Cremona.

Tra un negozio e l’altro i prezzi possono cambiare davvero molto, anche se non in tutte le città; in generale però, lungo lo Stivale, lo stesso prodotto è stato trovato anche al triplo.

Si confermano infatti, come per le rilevazioni precedenti, le notevoli differenze di prezzo di alcuni articoli di marca fra un punto vendita e l’altro nella stessa città: in media del 100%, con punte anche del 200%, oltre il triplo.

LE CITTÀ DOVE SI RISPARMIA

Oltre che per i punti vendita più e meno economici, le differenze tra Nord e Centro-Sud emergono anche su altri fronti: a livello regionale e nelle singole città.

Quanto a queste ultime, nelle località del Nord di solito è maggiore anche la possibilità di risparmio tra un punto vendita e l’altro; tant’è che le prime dieci città per i risparmi possibili, eccetto Roma e Firenze, sono tutte in regioni settentrionali.

Nella più conveniente, anche quest’anno Cremona, il risparmio sarebbe arrivato al 25% nel negozio meno caro visitato rispetto a quello più caro. Seguono, ma a grande distanza, Como, Roma, Verona e Milano con un risparmio intorno ai 1.300 euro annui (del 17-18%).

Le città con i risparmi più bassi (0,2% e 0,9%, meno di 100 euro) sono Reggio Calabria e Catanzaro (ma c’è anche da considerare che, come in altre città, è stato concesso di rilevare i prezzi solo in pochi punti vendita); tra le peggiori anche Teramo, Napoli e Savona, con un risparmio inferiore al 3%, intorno ai 200 euro.

LE REGIONI PIÙ E MENO CARE

Altroconsumo ha calcolato anche la spesa annua per regione considerando la spesa media delle famiglie italiane al supermercato (Istat, 2023) e i prezzi rilevati in tutti i punti vendita visitati.

Il Trentino Alto-Adige è la regione più economica dell’indagine, seguita da Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Calabria e Toscana.

Le più care sono Valle d’Aosta, dove si spende il 16% in più della regione più economica, Lazio (+10%), Umbria e Marche (+9%) ed Emilia-Romagna (+8%).

La spesa sul reddito pesa dal 12% al 14% nelle regioni con il reddito familiare annuo più alto (50-58mila euro), cioè Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio.

Mentre pesa dal 16 al 17% nelle regioni con il reddito familiare annuo più basso (40-43mila euro), cioè Calabria, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia.

In quelle più povere, quindi, si spende fino al 5% in più del proprio bilancio rispetto alle regioni più ricche: a fronte di redditi molto più bassi i prezzi rilevati erano comunque simili o anche superiori rispetto a quelli delle regioni più ricche.