Fallimento Soakro, chieste 14 condanne per bancarotta: vantati crediti inesistenti

Crotone Cronaca

Avrebbero preteso dei crediti inesistenti mettendoli a bilancio, facendo così lievitare il debito e portando di fatto la società al fallimento. Sono accuse gravi quelle confermate nella giornata odierna dal Tribunale di Crotone, dove si è svolta l'udienza in merito al processo sulla bancarotta di Soakro, fallita ufficialmente nel 2016 con un debito di circa 49 milioni di euro.

Diversi i capi di accusa contestati, a vario titolo, ai 15 indagati coinvolti nel procedimento, tutti facenti parte del gruppo dirigenziale che all'epoca gestiva la società partecipata. Molti dei reati - come l'abuso d'ufficio ed il falso - sono stati prescritti, mentre la principale accusa di bancarotta fraudolenta è stata riqualificata in bancarotta impropria semplice.

Accolta dunque la tesi dell'accusa, che ipotizzò delle anomalie nella differenza del costo dell'acqua: sostanzialmente Soakro avrebbe preteso, per diversi anni, di pagare l'acqua al fornitore (Sorical) molto di più rispetto a quanto poi la rivendeva, gonfiando così un debito di circa 35 milioni di euro. Cifra alla quale poi andranno sommate le perdite di sistema, che porteranno il totale a ben 49 milioni complessivi.

Sempre secondo l'accusa, tale sistema - evidentemente illogico - sarebbe stato figlio di un ben definito e determinato piano per "svuotare" la società, fino a portarla al fallimento tramite una serie sempre maggiore di crediti vantati ma inesistenti.

I CONDANNATI

Pene maggiori per Giovanni Carnè, ex presidente del consiglio di sorveglianza, e Michele Liguori, ex direttore amministrativo, condannati entrambi a 6 anni di reclusione. Per Domenico Capozza, ex presidente della società, chiesti 5 anni e 10 mesi, mentre per Francesco Sulla, ex direttore generale, sono stati chiesti 4 anni e 5 mesi.

Di poco inferiore la condanna chiesta per Umberto Marrami, ex amministratore e consulente della società, ossia 4 anni e 4 mesi. Seguono invece le condanne a 3 anni per Felice Benincasa e Rita Procopi, ex componenti del consiglio di gestione, e per Raffaele Villirillo, Antonio Strancia, Giuseppe Serravalle e Marianna Caligiuri (ex sindaco di Caccuri), tutti facenti parte del consiglio di sorveglianza.

Chiudono con 2 anni Silvia Modesto e Francesco Benincasa (attuale sindaco di Strongoli), mentre 1 anno e 4 mesi sono stati chiesti per l'ex direttore tecnico Ettore Scutifero. Assolto da ogni accusa, infine, Luigi Paciello.