Reggio, il circolo culturale L’Agorà presenta un nuovo incontro su Gioacchino Murat
Dal 13 ottobre, su tutti i social network del Circolo Culturale L’Agorà di Reggio Calabria, si potrà seguire la Giornata di Studi su Gioacchino Murat: un Re tra storia e leggenda, organizzato dal sodalizio reggino in collaborazione con il Centro Studi “Gioacchino e Napoleone”.
La giornata di studi, giunta alla XXIX edizione, ha avuto il merito, in questo arco di anni, di ospitare, studiosi, accademici, ricercatori, appassionati di storia,istituti museali, associazioni, i discendenti delle famiglie Bonaparte e Murat, creando così un’agorà di incontro confronto. Nel corso della nuova edizione saranno oggetto di analisi diversi aspetti sul periodo storico in argomento.
Tale periodo, definito dallo storico calabrese Umberto Caldora come "decennio francese", è stato oggetto di incontri ai quali hanno partecipato autorevoli studiosi, che, nel corso di tali appuntamenti, hanno avuto modo di analizzare, e quindi far conoscere, diversi aspetti del periodo argomentato.
Tutto ciò a testimonianza del percorso effettuato dalla macchina amministrativa murattiana e della sua azione democratica, tesa al liberismo ed alla costituzione di una Nazione, un Regno unito, indipendente, secondo i modelli illuministici. Il “decennio francese” (1806-1815) attenziona le problematiche del Mezzogiorno attraverso lo strumento della Statistica voluta da Gioacchino Murat, sovrano del Regno di Napoli, nel 1811.
Tale istituto ha avuto il merito, attraverso un’attenta analisi da parte delle Intendenze, di fotografare le varie realtà e necessità del territorio. Tale sistema deriva dal Bureau de statistique che venne istituzionalizzato tra il 1799 ed il 1800 in Francia venne istituzionalizzato il Bureau de statistique e, di seguito introdotta nel Regno di Napoli nel 1809 con l’acronimo di Officina di statistica, conosciuta anche come “statistica murattiana”.
Tutto ciò al fine di avere un quadro reale del suo stato di salute sia dal punto di vista demografico ma anche economico e sociale del Mezzogiorno in modo da avviare adeguate scelte politiche. L'amministrazione dei napoleonidi portò in Italia le esperienze e le conseguenze della rivoluzione francese, tramutando il quadro politico e sociale del nostro territorio, ancora ancorato ad un sistema feudale.
Il punto di riferimento della nuova amministrazione fu l'imposta fondiaria ma ben presto le continue spese militari e le proteste dei proprietari terrieri, costrinsero Gioacchino Murat a mettere da parte il sistema indirizzato alla politica della contribuzione fondiaria, come indice di unica imposta diretta.
Altre riforme furono quelle relative all'abolizione della feudalità, infatti in un rapporto epistolare con il ministro dell'interno Zurlo Murat ebbe a riportare «Il più grande beneficio del mio regno sarà senza dubbio l'abolizione assoluta della feudalità»: essa era stata introdotta dai Normanni otto secoli prima! Questo periodo è caratterizzato da profonde innovazioni istituzionali che consentono al mezzogiorno di partecipare al più ampio processo di modernizzazione delle strutture politiche e sociali, che si erano diffuse in Europa con l'avanzare della politica napoleonica
.Da queste premesse il Circolo Culturale “L’Agorà” ed il Centro studi “Gioacchino e Napoleone” organizzano una nuova giornata di studi che ha registrato le presenze, in qualità di relatori, della ricercatrice lucchese Elena Pierotti e di Gianni Aiello (Presidente delle due co-associazioni organizzatrici). Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi, nel corso della giornata di studi che sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da domenica 13 ottobre.