“Golgota”: ‘ndrangheta del crotonese, in Appello quasi quattro secoli di carcere

Crotone Cronaca

Quasi quattro secoli di carcere: ammonta a tanto il totale delle condanne inflitte nel corso del processo d’Appello, celebrato col rito abbreviato, scaturito dall’inchiesta Golgota (QUI), costola di altre due importanti inchiesta della Dda di Catanzaro, la Jonny (QUI) e la Tisifone (QUI), che hanno decimato le cosche della ‘ndrangheta crotonese degli Arena-Nicoscia, di Isola Capo Rizzuto, e dei Mannolo di San Leonardo di Cutro.

L’inchiesta, coordinata dai sostituti della Dda Domenico Guarascio e Paolo Sirleo, ha messo insieme le risultanze investigative dei due filoni che nel tempo hanno finito per intrecciarsi, secondo gli inquirenti scattando una istantanea sulla criminalità organizzata attiva nella provincia pitagorica.

Tornando al processo, ha dunque retto anche in secondo grado l’impianto accusatorio: il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Alessandro Bravin, ha infatti confermato quasi tutte le richieste avanzate dall’accusa, riformando la sentenza emessa il 28 ottobre del 2022.

I reati contestati a vario titolo vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione, dal porto e la detenzione illegale di armi e munizioni, all’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

LE CONDANNE

Le pene più pesanti, a 20 anni ciascuno di reclusione sono quelle inflitte a Giuliano Mannolo, Antonio Nicoscia, Santo Claudio Papaleo e Antonio Sestito. Sono poco meno gli anni per Rocco Mannolo, 19 e 10 mesi, Mirko Iannone, 18 anni; Leonardo Passalacqua, 16 anni e 8 mesi; Giuseppe Timpa, 16 anni e 4 mesi; e Francesco Macrillò, 16 anni.

13 anni e 4 mesi sono stati decisi invece per Giovanni Greco; così come 13 anni e 2 mesi per Ivan Mannolo; 13 anni, 1 mese e 10 giorni per Santo Vittimberga. Sono 12 anni e 8 i mesi inflitti a Fabio Procopio; 11 anni e 10 mesi per Mirko Scarpino, 11 anni e 10 mesi; così come 11 anni e 4 mesi per Fiore Macrillò; 11 per Alessandro Giardino; 10 anni e 8 mesi per Giuseppe Geraldi; e 10 per Martino Tarasi.

A seguire: 9 anni e 6 mesi per Fabio Mannolo; 8 anni e 4 mesi per Domenico Riillo; 7 anni e 4 mesi per Gerolamo Ferrini; 6 anni e 8 mesi ciascuno per Antonio Vasapollo, Carmine Astorino e Raffaele Gualtieri; 5 anni e 5 mesi poi per Giuseppe Macchione; mentre 4 anni e 8 mesi sono stati decisi per Giuseppe Mancuso, Salvatore Martino e Giacomo Pacenza.

Le altre condanne hanno riguardato: Rocco Marchio, 4 anni e 4 mesi (ordinata la scarcerazione); Ida Maria Scerbo, 4 anni; Valerio Carpino, 3 anni e 4 mesi; Alfonsina Giardino, 3 anni e 2 mesi e 12mila euro di multa; Salvatore Cappa, 2 anni e 8 mesi (ordinata la scarcerazione); Caterina Gaetano, 2 anni e 8 mesi; Danilo Loscavo, 2 anni e 4 mesi; Antonio Manfredi, 2 anni e 4 mesi.

Ed ancora: Marco Ignazio Zedda, 2 anni, 2 mesi e 20 giorni; Angela Nicastro, 2 mesi e 20 giorni e 600 euro di multa; Ivan Stramandinoli, 2 mesi e 20 giorni e 600 euro di multa; Lucia Mirielli, 2 anni; Francesco Riillo, 2 anni; Marco Cenerini, 1 anno e 2 mesi e 2.800 euro di multa.

Assolti invece Francesco Mannolo (erano stati chiesti 2 anni e 10mila euro di multa) e Natale Ribecco (4 anni e 18mila euro di multa).

L’imputato Nicola Perri infine è deceduto.