Crotone: Italia Nostra, itinerario culturale alla scoperta del patrimonio della Presila
Per far conoscere ai soci ed ai simpatizzanti la bellezza e la ricchezza del patrimonio storico artistico e paesaggistico del territorio, nell’ambito delle attività culturali promosse da Italia Nostra di Crotone in preparazione della settimana dei Paesaggi Sensibili, la sezione, con la responsabile del direttivo per il patrimonio culturale, Tatiana Forte, ha organizzato una visita culturale al parco archeologico di Akerentia ed alla Grancia del Vurdoj. Un paesaggio davvero incantevole si gode dall’alto della rupe dove si ergeva l’antico abitato medievale di Akerentia, nel territorio di Cerenzia, sulla vallata del fiume Lese, affluente del Neto. Una volta ricco e popoloso, il borgo, disposto a corona intorno ad una grande dolina, è stato abbandonato nel 1852 a causa di movimenti franosi del terreno.
Da alcuni anni è iniziata la trasformazione dell'antica Akerentia in un vasto parco archeologico e naturalistico comunale ed alcuni rilevanti edifici, tra i quali i resti della cattedrale, il Vescovato (già segnalato nel 1911 da Paolo Orsi) il Palazzo del Principe, la chiesa di S. Teodoro ed altri , sono stati in parte scavati e restaurati a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’archeologo Domenico Marino, direttore dell’Ufficio Territoriale di Crotone della Soprintendenza Archeologica, che ha condotto ricerche negli anni scorsi proprio nel sito e in altre aree del comune, ha illustrato ai partecipanti la rilevanza del sito e l’importanza della sua tutela.
Sarebbe davvero auspicabile che fossero ripresi i lavori di restauro insieme a quelli, quanto mai urgenti, di consolidamento della rupe, che presenta da anni dei movimenti franosi. Italia Nostra rivolge un forte appello al Ministero BAC affinché siano programmati tali interventi, utilizzando i cospicui fondi regionali, vista l’indubbia rilevanza storico-culturale del sito archeologico e la necessità di provvedere ad un’opera di manutenzione costante, attualmente a carico del Comune di Cerenzia, la cui Amministrazione generosamente si è sempre impegnata, pur tra tante difficoltà finanziarie, a custodire il luogo, la sua antica memoria ed il paesaggio incantevole, ricco di biodiversità, (querce secolari, macchia mediterranea anche rara), che lo rende straordinario.
Seconda tappa dell’itinerario culturale nella preSila, nel territorio di Caccuri: l’antico casale della Grancia di Vurdoj, che prende il nome dal vicino torrente. Si tratta di un complesso agricolo di età medievale, con una bella chiesa di fondazione florense (XIII sec.), con portale a sesto acuto, simile a quello della grande abbazia di San Giovanni in Fiore. Oltre alla chiesa sono presenti le abitazioni, le cucine, il frantoio ed i magazzini utilizzati dai monaci, i quali provenivano dalla “casa madre”, l’Abbazia Florense. Il casale si presenta rimaneggiato nei secoli XVIII e XIX, quando venne trasformato in masseria dalla famiglia dei proprietari, i Lopez di San Giovanni in Fiore. Attualmente di proprietà privata, il casale è stato solo in parte restaurato con fondi europei finalizzati alla creazione di un agriturismo.
Al casale si collega il ricordo della sfortunata spedizione di Attilio ed Emilio Bandiera; infatti, proprio in quel luogo si rifugiarono, accettando la protezione dei Lopez, per salvarsi dagli inseguitori borbonici che, verso la mezzanotte del 18 giugno 1844, nei pressi della sommità di Timpa del Salto, li avevano attaccati dopo lo sbarco alla foce del Neto. Dopo il conflitto, il drappello dei patrioti accelerò la marcia e verso mezzogiorno del 19 giugno, si mise in salvo proprio nel casale del Vuldoj. Nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia Italia Nostra propone che sia apposta una targa a ricordo del passaggio dei fratelli Bandiera. Oltre che Bene di pregio artistico e storico la Grancia è situata in un luogo di particolare suggestione, immersa com’è in una distesa sconfinata di uliveti secolari che la incorniciano degnamente. Parco di Akerentia e Grancia del Vurdoj: gioielli del territorio crotonese, ancora poco conosciuti, di arte cultura e paesaggio, beni che meritano di essere tutelati e tramandati alle generazioni future!