“Libici non coordinarono alcun intervento”: annullato fermo della Sea-Eye 4

Vibo Valentia Cronaca

È stato annullato dal Tribunale di Vibo Valentia il sequestro della nave Sea-Eye 4, appartenente all’omonima Ong e sottoposta a fermo amministrativo nell’ottobre dell’anno scorso dopo aver soccorso un gruppo di circa cinquanta migranti.

All’equipaggio si contestava di non aver ubbidito alle indicazioni della Guardia costiera libica, subendone le conseguenze. Ma “seguire le istruzioni della cosiddetta Guardia costiera libica non sarebbe compatibile con il diritto internazionale”, ha scritto nella sentenza il giudice Ida Cuffaro, figlia del leader democristiano Totò Cuffaro.

Il magistrato, secondo quanto riporta Sergio Scandura, di Radio Radicale, sostiene che costituirebbe una circostanza incontestata che la Guardia Costiera Libica non abbia coordinato alcun intervento ma che si sarebbe limitata a chiedere alla Ong “di abbandonare l'area di soccorso senza fornire alcuna indicazione in ordine alle modalità di svolgimento delle operazioni di salvataggio”.

Tra l’altro, e dagli atti in possesso del tribunale, non risulterebbe nemmeno che le stesse autorità del paese nord africano, intervenute per coordinare sul posto le operazioni di recupero dei migranti, abbiano reso noto alcun luogo sicuro dove trasportare i sopravvissuti.

Dunque, il giudice Cuffaro, accogliendo il ricordo degli avvocati dell’Ong - Dario Belluccio, Daniele Valeri e Lidia Vicchio - ha ritenuto illegittima la sanzione comminata per via amministrativa dal Viminale e ha condannato la parte resistente a rifondere alla ricorrente le spese di lite, liquidate in poco più di 10mila euro.

“Ancora una volta i tribunali italiani si sono pronunciati contro la politica e la prassi amministrativa italiana” ha commentato Gorden Isler, presidente della Sea-Eye, aggiungendo che questa sentenza “è un successo generale perché il giudice non si è concentrato su questioni procedurali, ma ha sottolineato il dovere di soccorso in mare e ha chiarito che nessuno dovrebbe annegare nel Mediterraneo”.