Benessere equo-sostenibile, Calabria peggiore d’Italia: il crotonese maglia nera
"La Calabria presenta livelli di benessere modesti rispetto al complesso delle province italiane valutate sugli 11 domini del Bes dei territori". Inizia così il nuovo rapporto sul benessere equo sostenibile dei territori (BesT) pubblicato questa mattina dall'Istat, che analizza i punti di forza e debolezza dei vari territori italiani evidenziandone i divari ma anche le evoluzioni. Un rapporto che, per l'edizione del 2024, vede la Calabria all'ultimo posto per livello di benessere.
Analizzando i 64 indicatori del rapporto, il 63,1% dei calabresi vivrebbe in classi di benessere basse e medio-basse, e solo il 21,3% in fasce alte o medio-alte. Un dato allarmante, che riguarda in egual modo tutte le province, a partire da quella di Crotone, ultima in Italia con il 68,8% degli indicatori in negativo.
Non va meglio neppure sul fronte lavorativo, con i più bassi redditi da lavoro a livello nazionale ma anche con gli importi pensionistici più bassi d'Italia, oltre che elevati tassi di sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie. Evidente, secondo i ricercatori, la scarsa capacità di "attrarre e trattenere capitale umano giovane e qualificato": la provincia catanzarese è quella che perde il maggior numero di laureati, mentre quella di Crotone perde il maggior numero di giovani in generale.
Tra i pochi dati positivi registrati, quello sulla produzione di rifiuti urbani (399 chili ad abitante, 50 in meno rispetto alla media del Mezzogiorno e 100 in meno rispetto alla media nazionale), sull'incidenza delle aree naturali protette e sulla produzione di energia rinnovabile. Bassissime, inoltre, le denunce per furto in abitazione, borseggio e rapina, che raggiungono appena un decimo rispetto al dato nazionale.