Parlamento. Riconteggio voti: salta Scutellà (M5S), entra Gentile (Fi)
Andrea Gentile, di Forza Italia, andrà ad occupare lo scranno di Montecitorio che finora è stato della collega del Movimento 5 Stelle Elisa Scutellà.
La Giunta delle elezioni della Camera dei Deputati ha difatti accolto il ricorso dall’Azzurro, candidato al Parlamento, alle scorse consultazioni nazionali, per la coalizione di centro destra, nel Collegio uninominale 2 della Circoscrizione elettorale P01-Calabria.
Gentile, difeso dagli avvocati Oreste Morcavallo e Gisella Leto, ha impugnato il Verbale di proclamazione degli eletti della Corte d’Appello di Catanzaro dell’1 ottobre del 2022, nella parte in cui è stata proclamata eletta nel suo stesso Collegio la candidata Orrico.
Nel ricorso redatto dai suoi legali si contesta la mancata attribuzione allo stesso candidato di Forza Italia di ben 805 voti, che invece sono sarebbero stati annullati illegittimamente nelle sezioni elettorali di quaranta comuni della provincia di Cosenza.
Con l’assegnazione dei voti contestati Gentile conseguirebbe quindi 66.516 voti che gli consentirebbero di essere eletto deputato e primo degli eletti nella Circoscrizione, in considerazione dell’esiguo scarto di soli 482 voti.
Al termine della discussione la Giunta delle elezioni ha quindi accolto le tesi integralmente, proponendo all’Aula, che si riunirà entro 20 giorni, la decadenza di Scutellà e dunque la sostituzione con Gentile.
“Grande soddisfazione per l’esito del ricorso considerando il distacco colmato dalla verifica svolta sulle schede ed il ripristino della volontà popolare, con la prevalenza del favor voti, principio cardine di tutto il procedimento elettorale”, ha commentato l’avvocato Morcavallo, amministrativista ed esperto di diritto elettorale.
CONTE: INGIUSTIZIA PER VOTO DEI CALABRESI
Dura, invece, la reazione del leader Cinquestelle, Giuseppe Conte, che ha definito la decisione della Giuhnta “una grandissima ingiustizia” non tranto per il Movimento quanto “per la democrazia, per il rispetto del voto dei calabresi”.
“È una terra (la Calabria, ndr) difficile, una terra dove ci sono tantissime inchieste sullo scambio politico mafioso di voto, ci sono tantissime inchieste per quanto riguarda un sistema clientelare ben collaudato. Il risultato oggi, attraverso una riscrittura delle regole per interpretare i voti, non è un torto, una ferita al M5s, ma al libero voto dei calabresi che sono hanno esercitato i diritti democratici”, ha concluso l’ex premier.