Centrale del Mercure, Legambiente: “Regioni divise, Basilicata segua Calabria”
"La centrale a biomasse del Mercure è incompatibile con il Parco nazionale del Pollino. La Regione Basilicata usi buonsenso: approvi il Piano del Parco senza forzature della legge sulle aree protette, segua l’esempio della Calabria e non conceda più deroghe per l’esercizio di una centrale nata contro il parere dell’Ente parco".
Così in una nota Legambiente Calabria, che ricorda come "la biomasse del Mercure è fin dalla sua apertura incompatibile con le norme che tutelano il Parco nazionale del Pollino tant’è che, nel 2025 il Presidente del Consiglio dei Ministri autorizzò la messa in esercizio dell’impianto in deroga con le norme di tutela dell’area protetta e contro il parere dell’Ente parco. Una violazione palese della tutela dell’ambiente e una scelta politica che ha avvantaggiato una società che ha potuto incassare gli aiuti di Stato per la produzione di energia rinnovabile".
"Riguardo il futuro della centrale a biomasse, su cui Regione Calabria e Basilicata sono divise portando avanti pareri contrastanti, l’associazione ambientalista lancia un appello chiedendo alla Regione Basilicata di usare buon senso e di seguire l’esempio della Calabria. In particolare la Regione Calabria, in sede di approvazione del Piano del Parco del Pollino, ha dichiarato che l’autorizzazione in deroga del 2015 sia superata e dunque, nei fatti, la centrale è incompatibile con l’area protetta" prosegue la nota.
"Per capire questo non c’è bisogno di essere ambientalisti né di ulteriori norme regionali, basta ricordare la storia del centrale del Mercure per comprendere il buon senso della presa di posizione del Presidente Roberto Occhiuto. Ciò che è sconcertante è che il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi non abbia ancora espresso il parere sul Piano del Parco e dunque, uniformarsi, a quanto saggiamente deciso dal suo collega di partito".
"Per questo l’associazione ambientalista chiede alla Regione Basilicata una presa di coscienza e responsabilità approvando il Piano del Parco senza forzature della legge sulle aree protette, di seguire l’esempio della Calabria e di non concedere conceda più deroghe per l’esercizio di una centrale nata contro il parere dell’Ente parco. Il Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi usi anch’egli il buon senso e decida se vuole il Parco, e dunque rispetti la legge 394/91 approvando in via definitiva il Piano del Parco, oppure dichiari che il Parco nazionale del Pollino è una finzione e sostenga, come continua fare, che all’intero del suo perimetro è possibile l’esercizio in deroga alle norme di una centrale a biomasse e fare qualsiasi altra attività o persino estrarre petrolio come già accade in altre parti della Basilicata".