Agenzia delle Dogane, Ferro: “Nessun declassamento della sede di Catanzaro”
"Secondo quanto emerge dalle relazioni fornite dalle strutture nazionali dell’Agenzia, che ripercorrono il percorso di riorganizzazione territoriale e le metodologie applicate per la pesatura delle strutture territoriali, appare chiaro che non soltanto non esiste alcun declassamento della sede di Catanzaro, ma che addirittura quella del capoluogo è una delle poche sedi in Italia ad essere elevata di livello, passando in terza fascia dopo essere stata in quarta fascia negli ultimi dieci anni, mentre altre sono state penalizzate".
È quanto afferma in una nota stampa il sottosegretario all'interno Wanda Ferro, intervenendo in merito all'allarme lanciato dai sindacati circa un possibile ridimensionamento o declassamento della sede catanzarese dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
"Il modello di calcolo, presentato ai sindacati il 17 ottobre scorso, è stato oggetto di un serrato confronto con le organizzazioni sindacali per circa due mesi, con l’inserimento dei numerosi correttivi proposti dagli stessi sindacati, con l’obiettivo di garantire un processo decisionale quanto più oggettivo possibile e non basato su elementi discrezionali realmente non misurabili, fino alla conclusione del confronto nella riunione del 19 dicembre con la presentazione di un preciso quadro di riferimento" prosegue la Ferro.
"Ma su cosa incide, nella sostanza, la pesatura della sede territoriale? Su nient’altro che lo stipendio del dirigente, o meglio, sulla sua retribuzione di parte variabile, che ammonta a 3 mila e 600 euro l’anno di differenza. In questo consiste la nuova spoliazione della città da più parti denunciata" prosegue.
"Quindi non nelle competenze, tantomeno nel numero di unità di personale che, anzi, nella riorganizzazione della sede di Catanzaro verrà potenziato, passando ad 80 unità dalle attuali 63, e ben tre posizioni organizzative di elevata responsabilità, che fino ad oggi erano assenti" sottolinea. "Nulla sarebbe cambiato con l’inserimento in seconda fascia, se non, appunto, lo stipendio del dirigente".
"La riorganizzazione è quindi frutto di un complesso lavoro istruttorio durato circa due anni, fondato su sistemi di analisi organizzativi oggettivi e scientifici, e non su indicazioni di natura politica" afferma in conclusione.