Il libro di Macrillò “Io non mi sono voltato” nell’Aula Magna dell’Ite Lucifero,
Mercoledì 26 febbraio, nell'Aula Magna dell'IteLucifero, si è tenuto un incontro molto toccante con l'avvocato Luigi Macrillò, autore del libro: "Io non mi sono voltato "che racconta la strage di Cutro, un tragico episodio che ha segnato la nostra coscienza collettiva.
"L'autore - si legge in una nota di resoconto dell'incontro - ha condiviso con gli studenti e il pubblico le sue riflessioni e la sua esperienza diretta, portando alla luce le storie di vita e le sofferenze di chi, in cerca di una speranza, ha affrontato il mare aperto e ha perso la vita in quella che doveva essere la ricerca di un futuro migliore.
Nel suo libro, Macrillò racconta la tragedia del naufragio di Steccato di Cutro con un’umanità struggente, ma non dimentica di evidenziare anche l'importante ruolo dei volontari, di coloro che hanno lavorato instancabilmente per soccorrere le vittime e che, nonostante tutto, sono riusciti a mantenere viva la speranza di un'accoglienza dignitosa. In particolare, l'autore ha sottolineato l’impegno delle comunità locali, che, nonostante le difficoltà e le sfide, hanno fatto sentire la loro vicinanza a chi cercava di sopravvivere a un destino crudele.Un passaggio fondamentale dell'incontro è stato il confronto con la realtà politica e istituzionale.
Macrillò nel rispondere alle numerose e pungenti domande degli studenti ha evidenziato che, nonostante l'introduzione del decreto Cutro, la risposta alle tragedie come quella del 26 febbraio 2023 è stata insufficiente, lasciando irrisolte molte problematiche legate alla sicurezza e all'accoglienza. Un grido di allarme che l'autore ha voluto lanciare, sperando che non resti inascoltato.Tra gli ospiti, Gaetano Rossi, un volontario che ha vissuto in prima persona le tragiche esperienze di quei giorni. Gaetano ha raccontato con parole forti e sincere come, durante il supporto alla Guardia Costiera nelle operazioni di recupero a Botricello e Steccato, molti corpi senza vita siano stati restituiti dalle acque. Una testimonianza che ha fatto riflettere tutti sulla brutalità della realtà che si cela dietro i numeri degli sbarchi.
Questo scritto ha posto l'accento sul lavoro silenzioso ma fondamentale dei volontari, la parte migliore e più umana della Calabria, che ogni giorno si batte per il bene comune. Da qui il titolo "Io non mi sono voltato" che evoca un forte senso di responsabilità e consapevolezza di fronte a una tragedia di questa portata, suggerendo l'idea di non distogliere lo sguardo di fronte al dolore e alla sofferenza. L'autore ha voluto affrontare e raccontare la verità di quegli eventi drammatici, senza ignorarli o fuggirli. Il titolo, quindi, può essere interpretato come un invito a rimanere fermi e a riflettere sulle ingiustizie, sul dovere di testimoniare e di affrontare la realtà anche quando è difficile. Questo approccio si collega perfettamente alla professione di avvocato, dove la ricerca della verità e la giustizia sono principi fondamentali.
Un ringraziamento speciale va al dirigente scolastico Girolamo Arcuri per aver organizzato questo incontro e per aver dato agli studenti l’opportunità di confrontarsi con temi di grande attualità. Grazie anche al moderatore dell'evento assessore Nicola Corigliano, non solo per la sua partecipazione ma anche per il suo costante impegno nei temi dell’accoglienza e dei diritti umani.La riflessione finale, ispirata dalle parole di Macrillò, ci invita a non dimenticare, a lottare per un mondo più giusto e a non lasciare che la tragedia di Cutro e di tutte le altre vite spezzate passino nell'indifferenza. "Solo ricordando possiamo davvero cambiare", ha concluso l'autore, lasciando un segno profondo nei cuori di tutti i ragazzi presenti che da oggi avranno acquisito una consapevolezza diversa.