Metafore della visione 5 al Supercinema di Catanzaro

Catanzaro Tempo Libero
Peter Whitehead

Entra nel vivo Metafore della visione, la rassegna voluta dal Comune di Catanzaro ed Etnovisioni Snc all’interno del progetto Giovani Energie in Comune, promosso dal Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall'ANCI, dedicata al regista inglese Peter Whitehead ed al docu-film musicale dagli anni ’60 ad oggi, che si tiene presso il Supercinema di Catanzaro.

Dopo la proiezione di The Fall e Pop Films, che rappresentano le punte di diamante della ricca produzione del prolifico regista inglese, e dei celebri The Velvet Underground & Nico, di Andy Warhol, One plus One. Sympathy for the Devil , di Jean-Luc Godard, Popdown di Fred Marshall, martedì 7 e mercoledì 8 giugno sarà la volta di una vera e propria chicca come Stop Making Sense, dal titolo di uno dei brani più noti della produzione di David Byrne e dei Talking Heads, ripresi dal regista Jonathan Demme nel 1983 al Pantages Theatre di Hollywood (martedì 7, h.18.00) ed ancora di Peter Whitehead con un omaggio ai Led Zeppelin in LED ZEPPELIN: Live at Royal Albert Hall (martedì 7, h. 21.30). Il film è la cronaca del primo concerto dei Led Zeppelin in Inghilterra, tenutosi alla Royal Albert Hall, nel gennaio del 1970, dopo il rientro dai fasti americani. Girato con due cineprese, davanti e dietro il palco, il film carpisce gesti e movimenti rendendo in maniera straordinari gli assolo di Bonham alla batteria e la chitarra bianca di Jimmy Page, che risplende nel buio del palco.

Mercoledì 8 giugno la serata è integralmente dedicata a D.A. Pennebaker, il regista statunitense diventato un’icona della storia del rock, con una testimonianza del suo genio, che ha saputo influenzare tutto il cinema del settore. Si parte alle 18 con i film che l’hanno reso celebre, Jimi Plays Monterey (USA, 1968-1986) e Shake! Otis at Monterey (USA, 1968-1986), dedicati a due stelle del firmamento rock e soul come Jimi Hendrix e Otis Redding nel celebre concerto di Monterey, che li consacrò a leggende della musica. Si prosegue alle h.21.30 con quello che è, a ragione, considerato, il più grande successo di Pennebaker, Ziggy Stardust & The Spider from Mars, testimonianza dello storico concerto di David Bowie nei panni dell’efebica figura di Ziggy Stardust. Un omaggio allo straordinario talento del musicista ed agli eccessi ed alle passioni del Bowie uomo.


Prossimi appuntamenti martedì 14 giugno con Meeting People is Easy di Grant Gee, dedicato ai Radiohead, ed un omaggio di Julian Temple a Joe Strummer, storico frontman dei Clash, attraverso super8, materiali d’archivio, fotografie, vignette (realizzate dallo stesso Strummer), spezzoni di film, interviste d’epoca e testimonianze di artisti che lo hanno conosciuto o ne sono stati ispirati (da Bono Vox a Martin Scorsese) e mercoledì 15 giugno con Crollo Nervoso di Pierpaolo De Iulis, documentario sulla storia del rock di casa nostra dalla fine degli anni Settanta a tutta la prima metà del decennio successivo e Stones in Exiles di Stephen Kijak, dedicato all’esilio francese delle pietre rotolanti ed alla creazione di uno dei loro album più straordinari, Exile On Main Street.

La rassegna si chiude martedì 21 giugno con un vero evento, la proiezione in anteprima italiana assoluta di Terrorism Considered as One of the Fine Arts (2009), ultimo film di Whitehead ma anche ultima provocazione che ha riportato, all’età di 71 anni, Peter Withehead alla regia, strappandolo al suo esilio in Arabia Saudita. Il documentario è ispirato a un suo racconto che prende spunto dall’11 settembre per narrare le vicende di un gruppo di ecoterroristi.

"Quando ho smesso di fare cinema, scrive Whitehead, l’ho fatto perché ritenevo che l’artista non potesse più essere efficace dal punto di vista politico. E penso che la situazione sia più o meno la stessa anche adesso. Il problema attuale è che la realtà è solo immagine, solo ed esclusivamente immagine (…). C’è quasi un fascismo dei media che va ad influenzare le persone fino nei loro sentimenti e forse, in un contesto come questo, l’unica forma d’arte che può cambiare il mondo, che può avere effetto sul mondo, è il terrorismo (…). Quando mi sono reso conto di non poter più avere effetto sul mondo come regista, ho deciso di ritirarmi dalle scene e di lavorare su me stesso, di cambiare me stesso e di diventare una persona naturale per sfuggire appunto a questa logica opprimente della società e a questo fascismo dell’immagine".