Lo sport integrato: workshop col campione di bodybuilding Gabriele Andriulli
Lo “sport integrato” è stato ancora una volta protagonista di un evento targato Csen. L’Ente di promozione sportiva da anni promuove uno sport per tutti e di tutti, che può e deve essere praticato senza alcuna distinzione.
Una mission portata avanti anche grazie alla collaborazione con la Fisdir, Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo relazionali.
Questa volta a dimostrare che l’attività sportiva può essere svolta da tutti è stato il Campione internazionale di bodybuilding, Gabriele Andriulli. Due volte vincitore Toronto Pro, tre volte vincitore Arnold Classic Pro, sette volte classificato al Mr Olympia, tre secondi posti all’Olympia, l'atleta ha tenuto un workshop, organizzato dal Comitato provinciale di Catanzaro nel quartiere Lido.
Un meeting che è stato, al di là di ogni approfondimento relativo pure alla disabilità che interessa anche lo stesso Andriulli, una vera e propria lezione di vita. Il campione dalla sua sedia a rotelle ha regalato una lezione di caparbia, di passione per lo sport che non conosce limiti.
La storia dell’atleta
Gabriele Andriulli ha soli trentuno anni quando, a causa di un incidente stradale, nel 2011, perde l’uso delle gambe. Costretto a vivere in carrozzina, continua ad avere la passione per il bodybuilding, che fino a prima dell’incidente gli aveva dato diverse soddisfazioni: dopo avere gareggiato come amatore fino al 2005 nella federazione NABBA, l’anno dopo, è entrato nell’IFBB (Federazione Italiana Body Building), gareggiando fino a pochi giorni prima dell’incidente. Nonostante la sua condizione fisica, Gabriele non si è mai dato per vinto.
Una volta uscito dall’ospedale, ha deciso di ritornare ad allenarsi, seppure non sia stato semplice. In America ha scoperto l’esistenza di una categoria di bodybuilding per persone disabili, che dal 2011 diventata categoria professionistica. E così dopo un lungo periodo di preparazione, nel 2013 è salito di nuovo sul palco.
Andriulli si è così classificato al primo posto ai Campionati europei del 2014 in Spagna. E ha portato in alto il nome dell’Italia, poiché è il primo diversamente abile a ricevere il tesserino da professionista.
La consapevolezza dei limiti
Ha gareggiato nell’IFBB (Federazione Italiana Body Building), e successivamente ha partecipato alle più importanti e prestigiose competizioni di BB. Di recente, la storia di Gabriele è stata conosciuta dal grande pubblico grazie alla trasmissione televisiva “Tu si que vales”.
Il pluricampione di bodybuilding, nel raccontare la sua nuova vita, ha fatto comprendere a quanti hanno avuto il piacere di partecipare al suo workshop che ognuno deve essere consapevole dei propri limiti, che, nel caso della disabilità, possono essere motori o mentali, ma questi non devono mai limitare l’essere umano in modo assoluto. Andriulli ha dimostrato a tutti la forza che può dare lo sport in momenti di debolezza, proprio come il suo.
L’impegno pluriennale del Csen
Antonio Caira, presidente del CSEN Calabria, nel ringraziare Francesco De Nardo, vicepresidente nazionale CSEN e presidente del Comitato provinciale di Catanzaro, per avere invitato in Calabria un campione di caratura mondiale come Gabriele Andriulli, ha affermato che “Il Csen in Calabria è da anni impegnato nello sport paralimpico e soprattutto nell’inclusione sportiva. Con un pizzico di presunzione, posso dire che, grazie anche al nostro impegno e alla collaborazione con FISDIR Calabria, in primis con il delegato Stefano Muraca, si sta creando una sensibilizzazione maggiore nei confronti delle persone con disabilità”.
E di Andriulli ha detto: “E’ una persona veramente speciale. Lo conoscevo solo da video visti su Youtube o nei vari social. Lo immaginavo come una persona che camminava a tre metri da terra e invece sono stato felicemente smentito. Andriulli è una persona altamente preparata e umile. È una persona coraggiosa, perché ha voluto fare sport ad alto livello, nonostante un grave incidente d’auto gli abbia impedito l’uso delle gambe. Un atleta con una grandissima forza di volontà e un’enorme determinazione. A mio modesto avviso, Andriulli è una persona normale che fa cose che non sembrano umane, e per questo non posso fare altro che togliermi il cappello”.
L’importanza della formazione
Poi, Caira ha sottolineato l’importanza della formazione per i tecnici che si approcciano al mondo della disabilità: “Da tecnico/educatore e formatore una delle mie domande rivolte al campione è stata cosa pretende l’atleta Andriulli da un tecnico. Con questa domanda, visto la presenza in sala di numerosi tecnici, ho voluto dare continuità a quello che da tempo noi di CSEN stiamo portando avanti. Il mondo della disabilità ha bisogno di tecnici, e i tecnici hanno il sacrosanto dovere di formarsi in modo eccellente con continui aggiornamenti; devono anche essere consapevoli e in grado di individuare le esigenze di un atleta con disabilità, e in questo caso con disabilità fisica”.
E ha concluso: “Noi di CSEN Calabria siamo fermamente convinti che l’inclusione non può fare a meno dello sport”. Di recente, il CSEN ha ottenuto dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) pure il riconoscimento ai fini sportivi di Ente di promozione sportiva paralimpico.
Oltre 50 i corsisti presenti
Il workshop è stato un grande successo rilevato con la partecipazione di oltre 50 corsisti dal vivo, tutti tecnici CSEN, che hanno potuto godere dell’esperienza del pluricampione e vivere una giornata di sport integrato. Tanta è stata la soddisfazione di Francesco De Nardo, che, oltre all’ospite d’eccellenza, ha voluto ringraziare per la preziosa collaborazione Antonio Caira, Alessio Gualtieri, membro del Comitato e componente dell’Ufficio Progetti, nonché Stefano Muraca, delegato F.I.S.D.I.R. Calabria. Un altro ringraziamento dell’organizzazione è andato ai partner dell’evento: Daniele Esposito e Armando Petulla, che hanno contribuito, apportando risorse attraverso le proprie aziende.