Riforma sport: a Catanzaro confronto Confartigianato-Ancos Calabria
Un confronto a più voci, concreto e autorevole, per affrontare una delle trasformazioni più radicali del sistema sportivo italiano. La riforma dello sport, introdotta dal Dlgs 36/2021, impone nuove regole e richiede consapevolezza, strumenti adeguati e un accompagnamento costante.
Per rispondere a questa sfida, Confartigianato Sport e Ancos Calabria hanno promosso un convegno nella sede regionale di Confartigianato a Catanzaro, con la partecipazione di esperti giuridici, consulenti del lavoro e dirigenti associativi. A coordinare i lavori è stato Silvano Barbalace, segretario regionale di Confartigianato Calabria. A portare i saluti di Ancos Calabria, il coordinatore Francesco Filice.
La visione dell'associazione
Ha aperto i lavori Paolo Manfredi, responsabile nazionale Confartigianato Sport: «Confartigianato Sport nasce per offrire supporto concreto alle realtà dilettantistiche e produttive che operano nel mondo dello sport. La normativa richiede oggi un assetto statutario e gestionale simile a quello delle imprese. Non basta più l’improvvisazione. Occorrono chiarezza, tracciabilità e strumenti adeguati».
Manfredi ha evidenziato l’importanza di una rete di competenze e servizi: «Molte associazioni non sanno da dove partire. Il nostro compito è aiutarle a capire, a gestire, a crescere. E non solo le ASD: anche le imprese della filiera sportiva chiedono rappresentanza e innovazione».
Rolla: “casa in costruzione con qualche scricchiolio”
Il presidente di F.A.E.P.S. – Artigiansport, Renato Rolla, ha ripercorso le tappe della riforma, evidenziandone opportunità e criticità. «La riforma prende forma con la legge delega 86 del 2019. Il Dlgs 36/2021 introduce l’obbligo di aggiornare gli statuti per mantenere l’iscrizione al RASD e riconosce la figura del lavoratore sportivo. Ma non si tratta solo di adempimenti: è un cambio di mentalità».
Rolla ha sottolineato l’importanza del Modello Organizzativo di Gestione (MOG) e dei codici etici: «La vera sfida è culturale. Tutelare i minori, garantire ambienti sicuri, agire con trasparenza: tutto questo deve diventare prassi quotidiana».
Tutti gli adempimenti: cosa serve alle Asd
Nel cuore dell’incontro, Simone Rea e Gabriele Longo, consulenti del lavoro di Confartigianato Piemonte Orientale, hanno tracciato un quadro completo degli obblighi introdotti dalla riforma. «La gestione dei collaboratori sportivi non può più essere improvvisata. Servono contratti, comunicazioni al RASD, versamenti previdenziali e fiscali», ha detto Rea. Longo ha aggiunto: «Anche i volontari devono essere registrati e assicurati. Ogni figura ha regole precise e vanno rispettate».
I due esperti hanno ribadito che oggi ogni ASD deve agire come una struttura professionale: «Semplificare è il nostro compito. Vogliamo che le associazioni si sentano supportate, non ostacolate», ha concluso Rea.
Fraternali: “Safeguarding è la promessa di protezione”
A chiudere i lavori, l’intervento del prof. Fabio Fraternali, docente all’Università di Bologna, che ha affrontato il tema della prevenzione degli abusi nello sport e della figura del safeguarding officer.
«La ricerca Nielsen 2023 ci dice che quasi 4 giovani atleti su 10 hanno subito una forma di abuso. È un dato drammatico. Il safeguarding non è burocrazia: è protezione, è responsabilità. È la promessa che lo sport deve fare ai suoi giovani: vi proteggeremo, sempre».
Fraternali ha ricordato che entro il 31 dicembre 2024 tutte le ASD devono nominare un responsabile safeguarding, formato, indipendente e pronto a intervenire. «Non è solo questione di regole. È questione di cultura. Dobbiamo cambiare lo sguardo, educare allenatori, famiglie, comunità. Solo così lo sport può essere davvero inclusivo, sicuro, giusto».