Reggio. Incontro su arte, decoro, vita e carriera di Michele Prestipino
L'incontro “Arte, decoro, dignità. Vita e carriera artistica di Michele Prestipino”, ospitato nei giorni scorsi presso il Circolo di Società di Reggio Calabria, ha offerto al pubblico l'opportunità di ascoltare attraverso la voce dell’architetto Sabrina Prestipino, nipote dell’artista, e le approfondite ricerche dello Storico dell’Arte Giuseppina De Marco, il percorso formativo e artistico di Michele Prestipino, mettendo in risalto il suo legame indissolubile con la città che gli ha dato i natali.
Definitoimpropriamente restauratore e decoratore delle opere sacre, il genio artistico di Michele Prestipino (1887-1975) echeggia in numerosi palazzi novecenteschi, con affreschi, dipinti e sculture che ne testimoniano il suo essere un artista “a tutto tondo”.
“Siamo qui per ricordare l’attività artistica e culturale di un protagonista della Reggio del ‘900” spiega Giuseppina De Marco “Il titolo dell’evento è stigmatizzato in tre parole: Arte, che lui percorre a 360 gradi perché tra le varie attività, tra le quali c’è anche il restauro delle opere, in un’epoca in cui ancora non esisteva la Carta del Restauro a livello nazionale; Decoro, perché è un decoratore nell’accezione più nobile del termine, quando la decorazione era un’attività estetica di abbellimento, ma accompagnava anche le scelte etiche, quindi anche i messaggi che venivano affidati alle sue opere. Infine, la parola Dignità che ben calza sulla sua figura umana, infatti Michele Prestipino è stato un artista che si è formato nelle più importanti sedi di quel periodo, tra Napoli e New York”, sottolinea, infine, la De Marco “Ci tengo a ricordare che fu l’antesignano del design, perché a lui si devono i disegni pubblicitari di varie aziende reggine, ma anche il progetto dello stemma della Repubblica Italiana del quale purtroppo non gli fu riconosciuta la vittoria”.
Michele Prestipino, docente di pittura e disegno, scultore, fotografo, ritrattista, pittore, scenografo e restauratore di spicco della “ricostruzione” della città di Reggio Calabria, iniziò la sua carriera artistica fin da giovanissimo mettendo in risalto il suo talento in più occasioni; infatti, uno dei primi ritratti risale al 1887 e raffigura la madre. Stimolato da diversi maestri e illustri reggini dell’epoca, tra i quali il deputato Biagio Camagna, venne aiutato e accompagnato a Roma dove iniziò a entrare in contatto con artisti di fama nazionale.
Dopo aver frequentato per un periodo l’ambiente romano, rientrò a Reggio per completare gli studi presso l’Istituto Tecnico e poter frequentare i corsi di pittura al Regio Istituto di Belle Arti di Napoli conseguendo il diploma in Disegno Architettonico. Nel primo Novecento si trasferì in America dove, mentre frequentava le Scuole di Nudo newyorkesi lavorava per la U.S. Army, industria manifatturiera specializzata nella produzione delle medaglie.
Per conto della stessa azienda venne inviato a Parigi, dove entrò in contatto con gli ambienti artistici della Belle Époque. Giunta la notizia del terremoto del 1908, l’amico Alfonzo Frangipane lo tenne informato sulle sorti della città e nel 1921 decise di ritornare a Reggio per dare il suo contributo alla ricostruzione della città. Così ebbero inizio gli anni più floridi della sua attività artistica, che tra il 1935 e il 1975 lo videro impegnato come restauratore ufficiale del Museo Nazionale, ricoprendo, dal 1945, l’incarico di Ispettore Onorario alle Antichità e alle Belle Arti.
Oltre ai suoi interventi di restauro e i dipinti di arte sacra presenti nel Duomo, nelle chiese e in alcune cappelle del cimitero di Condera, Michele Prestipino realizzò tantissime opere pittoriche, scultoree e affreschi, oggi ancora visibili nei più eleganti edifici storici della città, come Palazzo De Salvo, Reytani, Nesci e Villino Calabrese. Il suo estro artistico trovò espressione anche nei lavori di scenografia realizzati per il Teatro Siracusa, nella realizzazione dei presepi che ogni anno venivano allestiti nelle sale dell’Istituto Magistrale “Tommaso Gullì”, e nella sua candidatura al concorso indetto per la realizzazione dello Stemma della Repubblica Italiana, del quale esistono ancora bozzetti e calchi in gesso.
“Monsignor Ferro gli commissionò il restauro delle pale d’altare e la colonna di San Paolo, oltre a opere pittoriche e scultoree nel Duomo, nella Cattolica dei Greci, nelle chiese più importanti del centro storico di Reggio e anche in periferia” racconta Sabrina Prestipino “La sua opera continua negli affreschi dei più eleganti palazzi nobiliari, purtroppo una memoria conosciuta da pochi. Così come restano poco conosciute le maggior parte delle opere che realizzava per se stesso, perché mio nonno non aveva velleità di commercializzarle, per lui ogni sua opera era come un figlio”.
Tra le opere restaurate dall’artista per la Curia Reggina, la più antica è certamente la tavola cinquecentesca raffigurante la Madonna della Consolazione, per la quale disegnò anche diversi progetti per la nuova vara. Prima di procedere al restauro delle opere pittoriche, egli le fotografava e ne traeva delle copie, come per i due dipinti di Giuseppe Benassai raffiguranti le Paludi d’Ostia e la Primavera, o scorci del dipinto di Domenico Marolì raffigurante il Sacrificio di Melchisedech, posto sull’altare della Cappella del Sacramento del Duomo di Reggio.
La produzione pittorica del Prestipino si è incentrata su diversi soggetti, dall’autoritratto spesso impregnato di autoironia, alle composizioni di fiori, ai paesaggi, all’arte sacra e poi i bozzetti e i carboncini che ritraggono nudi di donna.
Parlare di Miche del Prestipino in un incontro culturale ha restituito la dovuta memoria alla città di Reggio Calabria, passaggio messo in evidenza da Lucio Bonaccorsi, consigliere del Circolo di Società, il quale è intervenuto sottolineando “Uno degli obiettivi che ci siamo sempre posti è quello di diffondere la conoscenza delle realtà cittadine e questa è una realtà bella, nota ma che deve essere conosciuta ancora di più. Parliamo di un artista della nostra città che ha interpretato un periodo felice, la Reggio Bella e Gentile che ha intersecato la storia di tante famiglie della nostra città; quindi, è un momento per richiamare le nostre tradizioni e la nostra cultura”
Oltre alle realizzazioni pubbliche, sono tantissime le opere inedite di Michele Prestipino, conservate nelle collezioni private dei suoi discendenti, tra le più ricche quella della nipote Sabrina, in più occasioni esposte lasciando tutti increduli davanti a tanta bellezza".