Una mancata precedenza scatenò un violento pestaggio: tutti assolti
Un 54enne, D.A., un 47enne, D.M., ed un 26enne, D.D.F., accusati di minacce e lesioni aggravate, sono stati assolti dal Tribunale di Castrovillari dopo esser finiti davanti ai giudici per una vicenda che risale al settembre del 2020.
Al tempo, un uomo sporse denuncia dopo aver avuto un violento litigio verbale con un ragazzo, mentre era alla guida della sua autovettura, per una mancata precedenza ad un incrocio.
Qualche giorno dopo aveva poi incontrato per strada lo zio del giovane che, avendo saputo della discussione, si era offerto di mediare per farli riappacificare.
L’imboscata e le minacce
Tuttavia, nel corso di un successivo incontro con il ragazzo, quest’ultimo avrebbe reagito con arroganza minacciando di picchiarlo. Da qui un nuovo intervento dello zio, che aveva organizzato un altro incontro, stavolta a casa del giovane, dove la vittima lo aveva trovato in compagnia sia dello stesso zio che del padre.
Secondo il suo racconto sarebbe stato fatto entrare in una stanza per poi essere preso a calci in faccia e pugni alla testa, riferendo di aver capito in quel momento di essere caduto in una vera e propria imboscata nel corso della quale avrebbe subito anche delle minacce di morte.
Dalla denuncia al processo
Riuscito ad andare via, era andato prima alla guardia medica e poi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Rossano dove gli era stato refertato un trauma cranico facciale con ferita lacero contusa alla mucosa boccale.
Dopo la denuncia ha quindi preso il via il processo a carico dei tre imputati nel corso del quale la vittima ha confermato completamente quanto riferito in precedenza; sentiti anche i carabinieri che avevano svolto le indagini, alcuni testimoni indicati dalla parte offesa che aveva confermato anche loro la sua versione dei fatti, e due testi ed un consulente indicati invece dalla difesa.
La decisione del giudice
Al termine dell’istruttoria dibattimentale il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna degli imputati, richiesta a cui si è associata la difensa dell’uomo che hanno chiesto anche ingente risarcimento dei danni e il pagamento delle spese legali.
Il Tribunale, però, accoglimento totalmente le richieste avanzate dai difensori dei tre, gli avvocati Francesco Nicoletti e Davide Vigna, li ha assolti dai due capi d’imputazione con le formule “perché il fatto non sussiste” e “perché il fatto non costituisce reato”.