Documenti falsi per ottenere assegni e pensioni d’invalidità, 51 indagati

Reggio Calabria Cronaca

Con le accuse di falso ideologico e materiale e per l’utilizzo, in sede di perizie medico-legali, di documentazione artefatta, cinquantuno persone si sono viste notificare stamani, dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria, altrettanti avvisi di conclusione delle indagini preliminari e altrettanti avvisi di garanzia.

Secondo la Procura della città dello Stretto, tutti i coinvolti avrebbero messo in atto delle condotte illecite per ottenere pensioni o assegni di invalidità civile che in realtà non gli sarebbero spettati.

La denuncia del perito

Tutto è partito dalla denuncia presentata da un consulente tecnico incaricato dalla Sezione Lavoro del Tribunale nell’ambito di una vertenza instaurata per il riconoscimento della pensione di invalidità da parte di un reggino.

In questo contesto, il perito aveva riscontrato l’inattendibilità di alcune certificazioni mediche, asseritamente rilasciate da strutture sanitarie pubbliche, riversate nell’ambito del ricorso presso lo stesso tribunale.

Ne sono seguite delle indagini che hanno portato dapprima ad identificare i soggetti riconducibili all’apertura della stessa vertenza civile, che sono stati intercettati e perquisiti.

I sequestri delle istanze

I militari hanno così sequestrato copie di documenti di riconoscimento di persone residenti in provincia, oltre a domante per ottenere la pensione di invalidità o altri riconoscimenti, tutte indirizzate all’Inps e con i relativi esiti, insieme a della documentazione sanitaria apparsa palesemente artefatta.

Sulla base di ciò le fiamme gialle hanno effettuato degli approfondimenti, acquisendo altri documenti in diverse strutture sanitarie (alcune delle quali in altre province della Calabra), e ascoltando dei medici che avevano sottoscritto i certificati ritrovati ma che gli stessi hanno disconosciuto.

La documentazione falsa

Gli investigatori sono quindi arrivati a sospettare che gli indagati, a cui erano stati inizialmente negati l’invalidità o l’assegno civile, dopo aver fatto ricorso alla Sezione Lavoro del Tribunale di Reggio, avessero presentato della documentazione sanitaria falsa o artefatta.

Cosa questa che avrebbe indotto in errore il perito nominato dall’Autorità giudiziaria che, al termine della consulenza tecnica, avrebbe attestato la veridicità della documentazione prodotta, con il conseguente riconoscimento, pertanto, in capo ai ricorrenti di una riduzione permanente della capacità lavorativa o di altre patologie invalidanti.

Il dipendente Inps infedele

La procura sostiene che la presunta architettura fraudolenta sia stata organizzata da due persone, madre e figlia, già sottoposti agli arresti domiciliari nel maggio 2022 per gli stessi reati contestati agli indagati di oggi, oltre che per il pericolo di reiterazione delle condotte illecite e di inquinamento delle prove.

Queste avrebbero contato però sulla della complicità di un dipendente infedele dell’Inps che accedendo abusivamente alle banche dati dell'Istituto senza delle ragioni di ufficio, avrebbe fornito dati e notizie riguardanti le posizioni e le prestazioni previdenziali dei soggetti beneficiari dei sussidi. Indebitamente.