Ponte sullo Stretto. Calabria e Sicilia dicono No, manifestazione a Messina

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“Calabria e Sicilia non si toccano!”: è il messaggio che il Movimento No Ponte Calabria vuole trasmettere partecipando alla mobilitazione e chiamando alla partecipazione collettiva alla manifestazione del prossimo 9 agosto a Messina, con appuntamento alle 18 a Piazza Cairoli.

“Ci avevano detto che sarebbe stata ‘l’ultima estate senza ponte’. Sono passati due anni da quei proclami e ancora non si vede neanche un cantiere, ma le risorse vengono già bruciate dalla Stretto di Messina Spa e da Webuild, in un vortice di progettazioni inutili, consulenze d’oro, spot pubblicitari e finti dibattiti” sbottano dal movimento.

I tagli all'alta velocità

“Mentre rubano futuro a intere generazioni - proseguono - i governi nazionali e le Regioni giocano con la propaganda, tagliano le opere davvero necessarie e concentrano i fondi su un progetto fallimentare. È di questi giorni la notizia che, con i tagli al PNRR, l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria è stata affossata, insieme a molte infrastrutture davvero utili al Sud. Intanto i 14 miliardi del ponte restano blindati, scippati alle vere priorità delle nostre comunità. E non ci raccontino più la favola dell’Europa: la Commissione Europea ha già chiarito che non intende finanziare il ponte e che il progetto è fuori da ogni logica di sostenibilità”.

Intanto manca l'acqua

“Nel frattempo – insistono i No Ponte - in Sicilia e Calabria si raziona l’acqua, con reti colabrodo, dighe abbandonate e interi quartieri a secco. Nella sola Messina, ogni giorno, i cantieri del ponte porterebbero via 5 milioni di litri di acqua, pari al 20% del fabbisogno cittadino. Siamo alla follia. Invece di investire su invasi, acquedotti, trasporto pubblico, scuole, ospedali, aree interne, il governo alimenta un’opera inutile e dannosa, che serve solo ad arricchire pochi e a militarizzare lo Stretto”.

“Sì, perché il ponte – insistono dal Movimento - è ormai dichiaratamente un’opera di interesse militare, inserita nei disegni di guerra nel Mediterraneo. Lo dice lo stesso governo Meloni: dietro il progetto si nasconde una strategia dual-use – civile e militare – che rende ancora più centrale il ruolo di avamposto bellico di Sicilia e Calabria”.

Per questi motivi, chi dice no al ponte dice no anche alla guerra: “E chi rifiuta la logica del riarmo e della distruzione deve battersi oggi contro questa follia cementizia e bellica”, concludono i No Ponte.