Malattia venosa cronica. Dalla Calabria una ricerca rivoluzionaria

Calabria Salute

Per la prima volta nella storia della ricerca scientifica, l'approccio etnografico è stato utilizzato per studiare la malattia venosa cronica, un'iniziativa che ha portato la Calabria a essere protagonista di una pubblicazione di altissimo livello. Lo studio, frutto del lavoro dei ricercatori dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, Davide Costa e Raffaele Serra, è stato accolto da Scientific Reports, una delle riviste più prestigiose e citate a livello mondiale. L'articolo, che rappresenta un "unicum" nella letteratura scientifica, pone le basi per una nuova comprensione di questa patologia.

Un'innovazione metodologica

Il titolo dello studio, “An Ethnographic Study of Sociocultural Determinants and Health System Gaps in Chronic Venous Disease in Calabria”, indica chiaramente il focus della ricerca: analizzare la malattia venosa cronica non solo dal punto di vista clinico, ma anche attraverso l'osservazione e l'interpretazione del contesto sociale e culturale. Questo approccio, tipico delle scienze sociali, è stato applicato a un campo medico per la prima volta, aprendo nuove prospettive e superando il limite dei dati clinici tradizionali. La rivista Scientific Reports ha pubblicato finora solo 64 articoli etnografici, su milioni di lavori ospitati, a dimostrazione della sua eccezionalità.

Ricercatori di eccellenza

Gli autori dello studio sono due figure di spicco dell'università calabrese. Davide Costa, assegnista di ricerca, vanta oltre 80 pubblicazioni internazionali e tre saggi. Raffaele Serra, professore dell'ateneo catanzarese, è un "Italian Top Scientist" e figura nella prestigiosa classifica Stanford World’s Top 2% Scientists, con più di 300 pubblicazioni all'attivo. Entrambi i ricercatori uniscono in modo originale le "medical humanities", un insieme di discipline umanistiche applicate alla medicina, con la chirurgia vascolare. Questa fusione interdisciplinare non solo amplia gli orizzonti della ricerca medica, ma proietta un'immagine positiva della Calabria nel dibattito scientifico internazionale, dato che la regione è esplicitamente citata nel titolo e nel testo dell'articolo.

Nuove prospettive per i pazienti

Grazie a questa metodologia innovativa, lo studio non si limita a raccogliere dati clinici, ma indaga anche la percezione soggettiva dei pazienti, le difficoltà quotidiane e il contesto socio-culturale in cui la patologia viene affrontata. Questo approccio qualitativo e approfondito apre la strada a una comprensione più completa dell'esperienza di salute e malattia, dimostrando come l'integrazione di saperi diversi possa generare una vera e propria innovazione. Il risultato finale è un traguardo che dimostra come anche dal Sud Italia possano nascere studi capaci di tracciare strade inesplorate a livello globale.