Case popolari in via Israele: Comune respinge richiesta Comitato
Il Comune di Crotone ha formalmente respinto la richiesta di annullamento della delibera che prevede la costruzione di 24 alloggi sociali su un'area destinata a verde pubblico in Via Israele. Nonostante il no, l'amministrazione si è detta disponibile a un confronto, un'apertura accolta con cautela dal Comitato cittadino Tufolo - Farina.
Le ragioni economiche
La decisione è stata comunicata tramite una nota Pec inviata dal Comune. Il dirigente del Settore Urbanistica, l'ingegnere Francesco Stellato, ha giustificato il rigetto dell'istanza per motivi economici. Secondo quanto riportato, l'annullamento della delibera comporterebbe la perdita dei fondi già stanziati nell'ambito del programma Agenda Urbana, un rischio che l'amministrazione non intende correre.
Il Comitato Tufolo - Farina ha commentato la decisione con amarezza. "Comprendiamo le necessità finanziarie, ma riteniamo mortificante che non si sia entrati nel merito delle criticità tecniche e urbanistiche da noi sollevate", recita una dichiarazione non firmata, che aggiunge: "criticità confermate anche dai pareri indipendenti degli Ordini professionali di Architetti e Ingegneri della provincia di Crotone".
L'apertura al confronto
Nonostante il rigetto, il dirigente Stellato ha assicurato che il Comune terrà conto delle osservazioni sollevate dalla comunità, dimostrando una forte apertura al dialogo per "contemperare i diversi interessi in gioco". Un gesto che, pur non portando al ritiro della delibera, viene accolto con interesse da chi ha presentato il ricorso.
L'auspicio, però, è che non si tratti di una promessa vuota. Per questo motivo, viene richiesta l'apertura di un confronto reale e costruttivo per trovare soluzioni alternative che concilino il diritto alla casa con la tutela del verde urbano, una risorsa già carente in città.
Le proposte del Comitato
Per avviare un dialogo fruttuoso, i cittadini propongono una serie di punti essenziali: l’individuazione di siti edificabili alternativi prima della scadenza del termine utile per la presentazione di un eventuale ricorso al Tar; delle soluzioni progettuali per migliorare la qualità della vita dei residenti nelle aree a servizio del quartiere.
E poi, delle compensazioni ambientali adeguate; dei tempi certi per l’avvio del confronto; delle modalità chiare di partecipazione dei cittadini; la trasparenza sui vincoli e le condizioni del finanziamento.
L'appello finale è che il dialogo sia sostanziale e non una semplice formalità, perché, come si conclude nella nota, i cittadini hanno il diritto di partecipare attivamente alle decisioni che riguardano il loro territorio e il loro futuro.