Jungi sofia summer camp 2025: dall’integrazione all’interazione

Cosenza Attualità

Si è concluso il summer camp "Jungi sofia: il sapere che unisce", un'iniziativa che ha visto studenti da tutta Italia riunirsi a Camini per un'esperienza intensa e formativa.

Organizzato dalla cooperativa Jungi Mundu, dall'associazione nazionale Amica Sofia e dal collettivo studentesco Sagitta, con il patrocinio del Comune di Camini, il camp ha offerto un contesto straordinario per confrontarsi e ragionare su temi complessi e di attualità.

La condivisione e la crescita

Per tre giorni, un gruppo di studenti universitari, impegnati in studi antropologici, filosofici o politici, ha potuto immergersi nella realtà di Jungi Mundu. I ragazzi hanno conosciuto la storia della cooperativa, le sfide affrontate, i successi e la passione che guidano il loro lavoro quotidiano.

Il summer camp si è confermato come un'occasione unica per vivere da vicino un modello di integrazione che rappresenta una sfida decisiva per il nostro tempo.

La filosofia strumento di dialogo

Il momento più emozionante e atteso del camp sono stati i laboratori di filosofia con i bambini della comunità multietnica di Camini. Fin dal 2018, l'associazione Amica Sofia ha trovato in questo borgo un contesto unico, dove ogni anno i bambini si ritrovano per immaginare "mondi possibili, al di là delle ristrettezze del reale".

Guidati inizialmente dal professor Massimo Iiritano, gli studenti hanno interagito in modo spontaneo con i piccoli provenienti da Afghanistan, Iran, Eritrea, Siria e Pakistan. Al centro del dialogo, temi come i confini, i muri, le guerre e le trappole linguistiche del neocolonialismo.

Storie che sfidano i pregiudizi

Un momento cruciale del camp è stato il forum pomeridiano, durante il quale i partecipanti hanno ascoltato le testimonianze di rifugiati e profughi. Un racconto in particolare ha riportato alla drammatica attualità dei conflitti spesso dimenticati, come la testimonianza di un rifugiato che ha dichiarato: "Noi siamo una colonia francese". L'ascolto di queste voci è stato fondamentale per provare a riscrivere la storia di questi decenni.

Il forum si è concluso con l'intervento di Francesco Piobbichi, che ha presentato le sue illustrazioni e le sue azioni militanti, spronando i ragazzi a trovare "la via più immediata e concreta verso una 'rivoluzione' necessaria".

Significativo anche il confronto con l'imam e alcune donne musulmane sul significato dell'hijab, un'occasione per superare pregiudizi e ignoranza.

Un futuro d'accoglienza e dialogo

Il camp ha gettato le basi per un progetto ancora più ambizioso: la creazione di uno spazio permanente di dialogo tra le diverse comunità, culture e tradizioni presenti a Camini. Questo laboratorio, grazie al patrocinio di università e docenti, punta a sperimentare processi reali di integrazione che vadano oltre la semplice logica di "inclusione" per immaginare nuovi spazi di accoglienza.

Il punto di partenza è l'ascolto attivo delle storie e delle tradizioni, che diventeranno il fulcro di narrazione e documentazione. I risultati di questo percorso, già avviato da anni con diverse esperienze laboratoriali, saranno pubblicati nel prossimo numero della rivista Amica Sofia Magazine.