Sanità. Catanzaro, nuova tecnica contro ipertensione arteriosa
Per la prima volta in Calabria, è stato effettuato, nei giorni scorsi, l'innovativo intervento di simpaticectomia renale mediante radiofrequenza per curare l'ipertensione arteriosa. Il professore Ciro Indolfi, Direttore della Cattedra di Cardiologia dell'Universita' Magna Graecia di Catanzaro e dell'Unita' Operativa di Cardiologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini, coadiuvato dall'equipe del laboratorio di Emodinamica, ha effettuato questo intervento che apre una nuova frontiera per il trattamento dell'ipertensione arteriosa. Si tratta di un metodo innovativo, semplice e moderatamente invasivo, che permette di trattare l'ipertensione resistente alle terapia farmacologica. Tale condizione, cioe' l'ipertensione resistente, e' piuttosto diffusa ma generalmente sottostimata. I dati della letteratura confermano come in gran parte dei paesi europei circa il 50% dei pazienti ipertesi abbia elevati valori pressori, nonostante assuma diversi farmaci antiipertensivi. Sia nell'uomo che nella donna, a partire in genere dall'eta' di cinquant'anni, e' frequente osservare un aumento della pressione, che richiede l'inizio della terapia farmacologica anti-ipertensiva. Spesso l'assunzione di un solo farmaco risulta insufficiente a controllare i valori pressori, percio' spesso i pazienti ipertesi necessitano di una poli-terapia antiipertensiva e sono costretti ad assumere 2 o piu' farmaci diversi al giorno solo per curare l'ipertensione. E' noto come l'ipertensione arteriosa non adeguatamente trattata rappresenti un importante fattore di rischio per lo sviluppo di infarto del miocardio, ictus, scompenso cardiaco, insufficienza renale e problemi alla vista. Le sue conseguenze rappresentano un problema sanitario mondiale ed in crescita significativa. La simpaticectomia renale mediante l'applicazione della radiofrequenza nel tronco delle arterie renali e' stata resa possibile del tutto recentemente. La puntura, effettuata in anestesia locale, dell'arteria femorale permette di raggiungere con un piccolo catetere di circa 2 millimetri di diametro le arterie renali. Attraverso questo catetere, si inserisce un elettrodo che eroga energia, sotto forma di radiofrequenza, la quale viene applicata in punti separati di entrambe le arterie renale. Il calore generato dalla radiofrequenza a livello della parete del vaso comporta la distruzione delle fibre nervose simpatiche che decorrono sulla sua porzione piu' esterna, interrompendone l'azione sul rene. Infatti, ormai da molti anni si conosce e si studia la relazione tra il sistema nervoso e i reni, che sono gli organi piu' importanti per il controllo della pressione arteriosa, attraverso complicati meccanismi. La tecnica percutanea di simpaticectomia renale mediante radiofrequenza e' poco invasiva, semplice e priva di rischi importanti. La degenza dura solo due giorni ed il paziente puo' essere dimesso dopo 24 ore dalla procedura. A distanza di un tempo variabile fra 3 giorni e 3 mesi, si appalesano i benefici del trattamento, con una riduzione dei valori pressori che spesso richiede la riduzione del dosaggio e/o dei numero dei farmaci anti-ipertensivi assunti. Dai dati e' stato dimostrato come il beneficio si mantenga anche a distanza di piu' di un anno dal momento della procedura, inserendo questa procedura tra quelle piu' promettenti oggi nella cardiologia mondiale. La simpaticectomia renale mediante radiofrequenza per la cura dell'ipertensione va ad aggiungersi alle gia' tante procedure mini-invasive in ambito cardiologico, oggi disponibili in Calabria, presso la Cardiologia universitaria di Catanzaro, diretta dal Prof Ciro Indolfi, come le angioplastiche coronariche e periferiche, l'impianto delle valvole cardiache senza intervento chirurgico, il trattamento delle aritmie cardiache e di alcune patologie congenite.