Antimafia: Pisanu, in Calabria quadro chiaro e preoccupante
"Il codice etico non risolve il problema. Non illudiamoci". Il presidente della Commissione parlamentare antimafia Giuseppe Pisanu, al termine delle audizioni tenute in Prefettura a Reggio Calabria, parla dell'adozione del codice etico, nei confronti del quale - dice - "non ci sono resistenze politiche. In Commissione Antimafia c'e' gia' una pressoche' unanime convergenza sulla necessita' di vararlo". Nella due giorni in riva allo Stretto "e' emerso un quadro piu' chiaro, di certo preoccupante, della situazione della criminalità organizzata in Calabria. Abbiamo pero' trovato - spiega ancora Pisanu - magistrati e uomini delle forze dell'ordine che sono all'altezza della situazione. Hanno bisogno pero' di risorse maggiori e possibilmente di una opinione pubblica locale che li assecondi di piu' e che li sostenga".Al termine dell'audizione il procuratore generale della Corte d'appello di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, parlando con i giornalisti ha sottolineato che con i componenti la Commissione parlamentare antimafia ha fatto il punto sulla vicenda relativa ai fatti avvenuti a Reggio Calabria negli ultimi tempi. "Si e' parlato - ha detto - anche dei fatti di Rosarno. E' stata fatta una panoramica su tutti i problemi. Ma niente di specifico. I temi sono stati approfonditi. Io ed il procuratore Pignatone abbiamo relazionato, poi ci sono state domande sul come abbiamo fatto fronte ai problemi spiegando la situazione, che peraltro e' ben nota al senatore De Sena, profondo conoscitore del tessuto calabrese". Alla domanda se nel corso dell'audizione si e' parlato delle cosiddette zone grigie, Di Landro si e' limitato a riferire: "Si e' affrontato anche questo argomento, ma siamo stati sul generale perche' non ci sono elementi concreti sui quali soffermarsi". E sul codice deontologico? "Tantissime domande alle quali abbiamo risposto". Su quest'ultimo aspetto la parlamentare Angela Napoli ha sostenuto: "Non e' un caso che io in maniera particolare solleciti l'avvio del codice etico, proprio per evitare che la magistratura poi sia chiamata ad intervenire". E alla domanda se esistono procedimenti in corso legati a figure altamente rappresentative sullo scenario politico -istituzionale, la parlamentare del centrodestra ha puntualizzato che l'argomento "e' a conoscenza di tutti. Non abbiamo appreso nulla di nuovo rispetto a quello che e' noto o parso sulla stampa. Niente di eccezionale, anche perche' tante indagini sono in corso ed e' giusto che non vengano inficiate le inchieste in atto". Per Angela Napoli "serve una maggiore collaborazione, un intervento reale anche da parte del governo centrale con il mantenimento delle promesse che sono state fatte a Reggio Calabria. Devo dare atto che questo ha dato i primi risultati, ma non sono ancora idonei a potere svolgere una situazione giudiziaria quale quella richiesta in un territorio come il nostro. La cosa va estesa anche a Catanzaro, non dimenticando che Catanzaro ha una competenza su ben 4 province ed in questo momento ha la competenza investigativa su tutti i fatti che sono accaduti a Reggio Calabria."
Luigi Li Gotti, rappresentante di IdV in seno alla Commissione parlamentare antimafia, al termine delle audizioni dei rappresentanti delle Procure e delle DDA di Reggio Calabria e Catanzaro si e' avvicinato ai giornalisti affermando: "Sembrava avessimo sbagliato citta'. La 'ndrangheta e' entrata a poco a poco nei discorsi prendendo quota e parlando dei problemi reali. Abbiamo colto due letture diverse, una un po' riduttiva e una realista. C'e' stato un momento in cui ci guardavamo attorno e dicevamo: forse abbiamo sbagliato citta'?". Il deputato di Italia dei Valori si riferiva all'inizio delle audizioni quando gli e' parso di capire che qualcuno prendesse alla leggera il problema della piu' potente organizzazione criminale europea. "Con questa missione abbiamo visto in maniera concreta quelle che sono le dichiarazioni del Governo non trovano concretezza. I magistrati che sono stati promessi non sono ancora arrivati, e questi ulteriori 121 uomini, a detta degli stessi magistrati, non sono di certo la soluzione del problema". Lo ha detto Laura Garavini, rappresentante del Pd in seno alla Commissione parlamentare antimafia. "La lotta alla ndrangheta - ha aggiunto - deve essere anche di carattere legislativo. E dalle parole che abbiamo sentito, lo smantellamento in atto della legislazione (sia con il processo breve, sia con le intercettazioni, sia con i provvedimenti proposti la scorsa settimana dal senatore Valentino sui collaboratori di giustizia) dimostra che in realta' rispetto alle parole stanno subentrando dei fatti che sono dei veri e propri regali alle mafie. Anche con questa missione abbiamo potuto verificare che alle parole non seguono i fatti. Si fa molta propaganda. Ma se si vuole fare una lotta vera alla 'ndrangheta, si devono mettere in campo proposte legislative che non sono quelle che mette in campo questo governo". Per la parlamentare del PD "e' importante che ci siano i riflettori accesi su Reggio e sul problema della 'ndrangheta, che non interessa solo Reggio. Oggi e' emerso che se soltanto si gira l'angolo la situazione e' diversa, con un sottodimensionamento degli organici che e' estremamente preoccupante".