Lettere. Lea Garofalo, Dionesalvi: quando Petilia rialza la testa

Crotone Cronaca
Lea Garofalo

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci da Davide Dionesalvi, Consigliere Comunale Petilia Policastro (Crotone), sul caso di Lea Garofalo, sequestrata a Milano e poi sciolta in 50 chili di acido dall'ex compagno, un affiliato alla 'ndrangheta, per punirla per la sua collaborazione con la giustizia.

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La costituzione di parte civile dell’Amministrazione Comunale al processo per la morte di Lea Garofalo, ha segnato una novità per la nostra cittadina, quella di dare voce al sentimento di giustizia urlato dalle menti e dai cuori di coloro che hanno capito che un modo di vivere “non violento” sia possibile anche a Petilia Policastro. Ci sono momenti, nella vita di tutti noi, in cui lo strano sapore della libertà ci passa per la testa. Sono attimi in cui ci diciamo “Mi rifiuto, questo non lo accetto!”, allora alziamo la testa e con la sfrontatezza dell’onestà affrontiamo le ingiustizie per cambiare la realtà. Noi Petilini molte volte ci siamo resi protagonisti di momenti di rifiuto collettivo: «Petilia è dei Petilini e vogliamo riprendercela», questo è il messaggio impresso nello sguardo di chi, già in passato, ha difeso le acque del Soleo, ha manifestato contro interventi bellici poco umanitari e ricchi di interessi economici, ha chiesto a gran voce di uscire da un isolamento stradale senza precedenti.

La Petilia che alza la testa, anche in questo caso, non si nasconde nell’anonimato e si riconosce ne “L’altro volto dei Petilini”: un contenitore pieno di emozioni. La creazione di questo gruppo su Facebook ha messo in contatto tra loro tanti utenti della rete stanchi di stare in una trincea di lusso. Il risveglio delle coscienze è partito dalla diffusione dei loro valori. Le autostrade informatiche hanno fatto il resto. Il confronto, lo scambio di idee ed opinioni, hanno liberato e incanalato tutte quelle energie in un'unica voce. Pian piano hanno scoperto che i miti tranquillizzanti delle mura domestiche e dell’omertà sono solo strumenti di controllo sociale ormai smascherati. Pian piano si sono resi conto che di Lea non poteva restare solo un nome in un freddo elenco di vittime ma la sua storia andava portata come esempio dell’atrocità di chi opera nell’illegalità e per l’illegalità. I fondatori di questo gruppo hanno capito che l’immaterialità del pensiero ben si addice all’immaterialità della rete, ma la materialità della ragion pratica va resa concreta con atti. Ed allora ecco che Roma, la capitale d’Italia, è diventata il teatro di una fiaccolata per ricordare Lea. Fiaccolata a cui hanno partecipato tanti petilini che vivono a Roma, tanti cittadini che hanno voluto sostenerli, tanti altri petilini che con il pensiero erano lì a seguirli, passo dopo passo, mentre il silenzio assordante dell’omertà veniva rotto dalla voce del rifiuto collettivo.

Ed allora grazie a Mauro, Marianna, Beatrice, Gianluca e a tutti coloro che dalla rete alle strade di Roma hanno aperto nuovi spazi di scelta e di azione, per dire che la mafia è debole, quando la coscienza è forte.


Davide Dionesalvi, Consigliere Comunale - Petilia Policastro