Vacanze: Osservatorio, 33 bambini su 100 costretti a rinunciare
Sono 33 i bambini su 100 costretti a rinunciare alle vacanze per motivi legati alle finanze familiari. E’ quanto emerge da un laboratorio, curato dall’Osservatorio sui Diritti dei Minori, su un campione di 100 famiglie monoreddito con almeno un bambino inferiore ai 10 ani di età, 50 dislocate nell’area centro nord ed altrettante nel centro sud. A doversi astenere dalla villeggiatura è il 66% dei bimbi meridionali contro il 34% dei bimbi settentrionali. Tra le principali motivazioni addotte da quanti si dicono costretti a rimanere a casa vi è per il 41% la difficoltà di far quadrare i conti relativi alle spese di ordinaria sussistenza e amministrazione (alimentazione, affitto e altre spese domestiche), per il 28% l’impossibilità di conciliare il costo delle vacanze con i mutui contratti per l’acquisto di casa o altri beni, per il 31% altre giustificazioni fra le quali spicca la preoccupazione di risparmiare per fronteggiare le imminenti spese scolastiche (6%). Per cui, la soluzione è rimanere a casa e offrire ai bambini gite fuori porta soltanto nei week end con destinazioni facilmente raggiungibili.
“Dover rinunciare alle vacanze significa negare ai bambini un’occasione per confrontarsi con realtà avulse dalla quotidianità”: spiega il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia. “E’ durante le vacanze che il bambino può evadere dalle consuetudini domestiche, fatte per lo più di consumi tecnologici, sperimentando una dimensione socializzante e responsabilizzante. Evadere dalla routine – continua il sociologo – significa anche favorire nel bambino il desiderio di ritorno alla normalità con minor fatica e maggiore predisposizione all’apprendimento”. Per Marziale, infine: “L’impossibilità di fare vacanze è, nei confronti dei bambini, un diritto negato”. Alessandro Pedrini, direttore generale dell’Osservatorio, evidenzia: “I dati emersi dal nostro laboratorio confermano come l’attuale momento di congiuntura finanziaria negativa che attraversa l’Italia colpisca maggiormente le famiglie. Ci troviamo al cospetto di una situazione estremamente critica e destinata ad aggravarsi, se consideriamo che sempre più imprese si vedono costrette a licenziare e mettere in cassa integrazione padri di bambini piccoli, che oltre a dover rinunciare alle vacanze corrono il rischio di vedersi chiudere le porte di accesso ai percorsi di istruzione e formazione. Una iattura per il futuro del Paese, che – conclude Pedrini – fa a pugni con i privilegi di una casta spregiudicata e incapace di elaborare correttamente i bisogni della gente, bambini compresi”.