Consigliere Pdl Lamezia Terme: “C’è qualcosa che non va nel Consiglio della città”

Catanzaro Politica

"Alla luce del labirinto di parole scese sulle importanti questioni posti in esame della seduta del 2 agosto, chiedo al sindaco di revocare la delibera di giunta n°110 del 18/03/2011 e le intenzioni articolate nel disciplinare allegato come parte integrante, poiché i due tecnici firmatari assessore Pietro De Sensi e il dirigente Andrea Iovene non possono sostituirsi all’organo democratico e perché la delibera in premessa afferma finalità del tutto prive di fondatezza giuridica (“garantire l’autosufficienza dello smaltimento rifiuti per l’area del comprensorio”)ed espone il Comune in una posizione subalterna rispetto a previste condizioni e interessi per natura svincolati dal perseguimento del bene comune. - Lo comunica una nota stampa del consigliere comunale del PdL Teresa Benincasa - La città sia salvaguardata da scelte al buio. Prevalga almeno tra noi il buon senso. Si abbia cura di garantire negli atti e nei fatti la Città e non premere sull’acceleratore di un programma quadro sottoscritto dall’ing. Salvatore Orlando nel suo passato incarico regionale in cui configurava Lamezia come meta dei rifiuti. La giunta vada avanti ma alla luce di un confronto democratico e “dopo” le assunzioni di responsabilità in Consiglio. Basta agire nel mucchio.

Qualcuno mi chiedeva cosa c’è di male in una seduta di consiglio comunale gestita come è stata gestita, in funzione decorativa e non deliberativa. Oltre alla presenza naturalmente incoraggiante delle autorità, la domanda sulla seduta è cosa c’è di bene… nel silenzio interessato sulla legge Lazzati e nell’esclusione del giudice Romano de Grazia in un odg sulla criminalità, dopo che lo stesso ha fornito al fronte gli strumenti normativi più utili di tante chiacchiere? Cosa c’è di buono a voler trattenere le autorità morali, civili e militari per sei ore senza dargli contenuti reali su proposte da far emergere con serietà e responsabilità. Forse è servito a qualcuno fare perdere tempo alla discussione, impedire la parola ai consiglieri invece di contingentare i tempi e fare emergere proposte concrete cu cui deliberare, davanti a un prefetto a cui potersi appellare per decidere con chiarezza e onestà. E’ un peccato che il sindaco e il presidente della Multiservizi nelle scelte che riguardano la politica dei rifiuti, vogliano perseguire con solitudine scelte di retroguardia, invece di lanciare e sarebbe una proposta un consorzio con il Comune di Catanzaro per la gestione efficiente dei servizi pubblici locali (rifiuti e trasporti). Non è solo una questione di metodo. Sulla questione rom e sui rifiuti così come sulle scelte nel nuovo Piano regolatore sono certa che il sindaco non vuole avallare interessi potenzialmente opposti alla nostra città e al bene dei cittadini ed è per questo che gli chiedo di fare di più: perché Lamezia non merita di essere sacrificata ancora, ed è dalla vitalità dei suoi organi democratici che dipende il suo futuro.

La reale possibilità che Lamezia possa aprire le sue ali e compiere le potenzialità sociali ed economiche di sempre dipende dalla capacità di portare avanti il cammino democratico e civile che la gente reclama. - Continua il consigliere - La ricetta è semplice ma richiede impegno: serietà e responsabilità alla base. Ho trovato strano che nessuno abbia annotato la perdita di lucidità nelle parole di un sindaco che si dichiara pronto a costipare i rom nel vecchio e grande ospedale di Nicastro, pur di non infastidire i suoi elettori? E così che fece Ponzio: non scelse, se ne lavò le mani. La preghiera con cui mi appello al sindaco è quella di fermarsi, meditare anche sulle parole del Prefetto Reppucci e riportare le scelte nell’alveo della democrazia. Inutile, e forse è anche sciocco, invocare la militarizzazione del territorio per affrontare l’emergenza criminalità. A Lamezia, serve più democrazia e cultura del dialogo, perché ci sono metodi egemonici nella guida dell’amministrazione che, culturalmente, alla criminalità fanno un baffo".




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