Lamezia Terme: riconsegnate al pubblico le acque del golfo
Restituite al pubblico uso le acque del golfo di Lamezia Terme, che fino al mese di maggio erano state occupate da impianti di acquacoltura dismessi, appartenenti a tre distinte societa', censiti durante l'operazione "natter" del marzo scorso portata a compimento dagli uomini della Guardia costiera di Vibo Valentia marina, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Lamezia Terme per ipotesi di reato connesse a deturpamento di bellezze naturali, getto pericoloso di cose, attentato alla sicurezza dei trasporti, abbandono di rifiuti e mancanza dei prescritti segnalamenti marittimi. L'attivita' era iniziata nel mese di febbraio con una ispezione via mare con le motovedette della Guardia costiera di Vibo. Nell'occasione a bordo era presente anche il pubblico ministero Luigi Maffi", che ha voluto sincerarsi direttamente sulla pericolosita' dei luoghi. A seguito dell'ispezione, la polizia giudiziaria della Capitaneria di porto di Vibo Valentia provvedeva a richiedere il sequestro preventivo dei tre impianti di acquacoltura, trovati in completo stato di abbandono e pericolosi per la navigazione. Un'attivita', quella del sequestro preventivo, condivisa e voluta dal procuratore capo Salvatore Vitello della Procura della Repubblica di Lamezia Terme e convalidato dal gip del tribunale lametino. A seguito dell'esecuzione del sequestro dei tre impianti, in abbandono da diversi anni, i legali rappresentanti hanno richiesto di poter sgomberare le aree. L'autorizzazione, concessa dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, veniva notificata alle parti interessate che, sotto il diretto controllo delle motovedette della Guardia costiera, procedevano nei giorni a seguire, a rimuovere gli impianti. "L'attivita' di sequestro preventivo emesso dall'autorita' giudiziaria, ha dato i suoi frutti - spiega il comandante della Capitaneria di porto Luigi Piccioli - grazie all'operazione denominata 'Natter', siamo riusciti, a pochi mesi dall'inizio delle indagini, a far rimuovere tre ecomostri galleggianti, pericolossissimi per la navigazione e deturpanti per il paesaggio e l'ambiente marino, ripristinando lo stato originario dei luoghi. Ora - aggiunge il comandante Piccioli - ho richiesto alla direzione marittima di Reggio Calabria, di poter fare intervenire il terzo nucleo subacquei, guardia costiera, di stanza a Messina, per verificare lo stato dei fondali e renderci conto dell'attuale stato di salute dell'ecosistema marina in questa zona. Comunque, e' gia' un bel risultato essere riusciti a ridare al golfo di Lamezia Terme la navigabilita' in sicurezza, specialmente nel periodo estivo quando numerose sono le imbarcazioni da diporto che transitano lungo il tratto di costa interessato".