I Verdi chiedono di riattivare la tratta ferroviaria Cosenza - San Giovanni
"L'incapacità' di apprezzare e rivalutare l'esistente fa si che lo sperpero di denaro pubblico e il consumo di suolo aumenta notevolmente, il tutto avviene a discapito dell'ignaro cittadino che è costretto,per mancanza di programmazione, di gestioni poco oculate e di politiche di mobilità collettiva pressoché inesistenti, a subire un crescente taglio dei servizi essenziali. Uno degli esempi più clamorosi di questa miope politica sul trasporto pubblico nella nostra Regione è stata la chiusura e l'abbandono di una delle più affascinanti ferrovie realizzate nel nostro Paese: la tratta che dalla città di Cosenza raggiunge San Giovanni in Fiore". È quanto viene affermato in un comunicato diffuso dai verdi che parlano di "un'opera infrastrutturale concepita nell'Ottocento e che tuttora ha una sua singolare bellezza, poiché è interamente immersa nel paesaggio che attraversa, grazie all'adozione di soluzioni ingegneristiche che nulla hanno a che invidiare alle altre opere, molto conosciute, realizzate in Italia. È un'infrastruttura - rilevano - degna di essere studiata e presa a modello per successive opere da realizzare a impatto pressoché nullo. Un'opera che ha rispettato l'acclività, a volte impossibile, del territorio da annoverare tra le meraviglie d'ingegneria che oggi potrebbe definire come "opera sostenibile". È stata concepita e realizzata per annullare un dislivello che supera abbondantemente ai 1000 metri utilizzando lo “scartamento ridotto”, che rispetto a quello utilizzato dalle ferrovie dello stato, risultava, all'epoca, meno costoso e più adattabile alle asperità del territorio silano. I Verdi invitano a pensare ad un riuso funzionale moderno della tratta “Riattivare, immediatamente, la tratta - dicono - consentirebbe da un lato, con un adeguamento degli orari alle nuove esigenze, a migliaia di studenti e di lavoratori di recarsi comodamente nel capoluogo e viceversa e dall'altro, di sostenere i livelli occupazionali delle Ferrovie della Calabria che in questi giorni vivono in uno stato di precarietà inaccettabile”.