Manovra Economica: Oliverio a Roma
Il Presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio, questa mattina è intervenuto all'Assemblea straordinaria delle Province d'Italia che si è svolta a Roma, alla quale hanno partecipato, oltre ai presidenti della province di tutta Italia, anche diversi sindaci e presidenti di regioni, il segretario della Cgil Susanna Camusso, dirigenti degli Enti Locali dei maggiori partiti nazionali. Oliverio, nel corso del suo intervento, non ha risparmiato rilievi critici anche ai dirigenti nazionali dell’UPI.
“Era ora –ha detto- che si mettesse in campo un’iniziativa come questa che da la possibilità ai legittimi rappresentanti dei territori e di tutte le province italiane di esprimere finalmente la propria opinione su un’operazione grave che, sostenuta da alcune lobby mediatiche dell’informazione, ha fatto delle Province il capro espiatorio di una situazione ben più complicata, determinata da una classe dirigente nazionale che si trascina da lungo tempo in una deriva caratterizzata da chiusure, sordità e sostanziali refrattarietà ai necessari cambiamenti”.
“Non si tratta –ha aggiunto Oliverio- di difendere le Province attraverso un’impostazione meramente conservatrice. Queste istituzioni hanno 150 anni di vita e, assieme ai comuni, sono fortemente radicate nelle realtà del nostro Paese sul piano culturale, sociale e dell’identità di intere comunità. E’ assolutamente non condivisibile, perciò, l’impostazione assunta dal Governo nazionale sull’onda della spinta populistica dell’antipolitica montante.
Da questa assemblea deve partire un messaggio chiaro per l’intero Paese e per l’Europa. Noi vogliamo che si apra un confronto serio, da svolgere in tempi definiti, sul necessario progetto di riordino e di riforma dell’assetto statuale ed istituzionale nel nostro Paese. Una riforma che adegui e ammoderni il nostro sistema istituzionale alle trasformazioni che sono intervenute nel corso di questi anni: l’Europa, il mercato globale, il federalismo.
Rispetto a questi cambiamenti una classe dirigente all’altezza, soprattutto in una fase complicata come quella che attualmente vive il Paese, dovrebbe avere la consapevolezza e la maturità di lavorare per un ripensamento ed una riorganizzazione della macchina dello Stato e della Pubblica Amministrazione, partendo dalla riforma del Parlamento, con il superamento del bicameralismo e la riduzione dei parlamentari, mettendo mano ad una riorganizzazione delle funzioni del Governo nazionale alla luce del federalismo, facendo una valutazione attenta del ruolo delle Regioni perché siano ricondotte nell’alveo assegnato loro dalla Costituzione che è quello di programmare, legiferare e controllare, ridisegnando il ruolo dei Comuni.
In questo quadro bisogna esaminare la funzione dell’ente intermedio di vasta area territoriale, affrontando parimenti il necessario riordino e la conseguente soppressione della pletora di enti e strutture (consorzi, associazioni, agenzie, unioni, ecc), che vedono impegnate nella loro gestione, all’interno dei Consigli di Amministrazione, oltre 30 mila persone.
Nel Disegno di Legge approvato dal Governo si cancellano le Province e si affida alla Regione il potere di decidere l’ente locale intermedio tra la stessa Regione e i Comuni a cui affidare funzioni di governo di vasta area.
Ritengo, anche alla luce di esperienze compiute in tal senso in alcune Regioni a Statuto Speciale, che se questa impostazione dovesse essere assunta porterebbe senz’altro ad una moltiplicazione del numero degli enti intermedi. L’esempio della Sardegna, in questo senso, è significativo. Le Province, che storicamente erano quattro, sono raddoppiate, passando da quattro ad otto”.
“Non siamo qui, dunque -ha aggiunto Oliverio- per difendere una nicchia istituzionale in risposta ad un’offensiva mediatica demagogica e populista, ma da qui dobbiamo marcare la necessaria sfida di un progetto di riforma complessivo nel quale affrontare anche il problema delle Province e delle funzioni che esse sono chiamate a svolgere, con apertura e spirito innovativo, senza conservatorismi ma con grande responsabilità e facendoci carico degli interessi generali del Paese”.
“In questo senso –ha concluso il presidente della Provincia di Cosenza- ognuno è chiamato ad assumere responsabilità e disponibilità al confronto evitando la ricerca di capri espiatori (in questo caso le Province) da utilizzare come foglia di fico per non cambiare nulla degli assetti dello Stato e delle istituzioni e per mascherare, nei fatti, la vera conservazione di un sistema che fa acqua da tutte le parti”.