Il guardasigilli Nitto Palma oggi in visita a Reggio Calabria
È iniziato in tarda mattinata l'incontro tra il guardasigilli Francesco Nitto Palma e i magistrati di Reggio Calabria. Il Ministro della Giustizia, oggi a Reggio Calabria, ha iniziato la sua visita con un sopralluogo alle carceri cittadine. Successivamente, in compagnia del capo dipartimento dell'Organizzazione carceraria Luigi Birritteri, ha raggiunto il palazzo di giustizia per incontrare i vertici delle articolazioni giudiziarie della Corte d'appello reggina.
L'Associazione Dirigenti della Giustizia ha diffuso il testo di una lettera aperta al ministro della Giustizia Nitto Palma in occasione della visita di oggi a Reggio Calabria ringraziandolo, si legge "per l'attenzione dimostrata alle problematiche del nostro territorio. Siamo certi - è scritto nel documento firmato da Sandro Maria Velardi, primo dirigente della procura generale della Repubblica di Reggio Calabria - che Ella dimostrerà tutta la necessaria tensione morale volta ad arginare le emergenze del mondo giudiziario calabrese e reggino in particolare. Tuttavia - si fa rilevare - leggiamo sulla Stampa che la Sua visita nel capoluogo del nostro Distretto mira - oltre che a comporre l'atmosfera dell'attività magistratuale, anche ad affrontare le criticità in materia di organici. Ci sorge il dubbio, come Associazione dei Dirigenti, che la dizione "organici" venga riferita soltanto alle figure magistratuali. Questo dubbio ci deriva, purtroppo dall'esperienza ultraventennale nel ruolo, esperienza che ci dice che il Ministero della Giustizia ha soprattutto una competenza diretta sui movimenti e le consistenze degli organici amministrativi, mentre per i Magistrati occorre sempre il "concerto" con l'Organo di autogoverno degli stessi, ovvero il C.S.M.. Anche oggi - continua la nota - , Ella segue pedissequamente le orme dei suoi illustri predecessori e non ha sentito, ne' sente, l'esigenza di invitare ed ascoltare assieme ai vertici magistratuali ed istituzionali i Dirigenti degli uffici giudiziari, nemmeno quelli dei vertici giudicanti e requirenti del Distretto. Tale circostanza - secondo l'associazione - induce a pensare due alternative: la prima e' che Ella come vertice di indirizzo politico dell'Amministrazione Giudiziaria reputi ininfluente la nostra presenza e, quindi, sottintende di fatto una incompetenza endemica della figura professionale del Dirigente; oppure ritiene che nonostante i fondi spesi dalla amministrazione da lei diretta per la "formazione continua" e la "valutazione" dei dirigenti essi siano da considerare una presenza disturbante e antitetica alle strategie organizzative dell'attivita' dei magistrati capi degli uffici. Personalmente, e come co-fondatore dell'Associazione Dirigenti Giustizia, - continua Verardi - io credo che un franco confronto fra Dirigenti del Dipartimento Penitenziario, Magistrati, Dirigenti Informatici, Dirigenti della Giustizia Minorile in un quadro di azione unita e sinergica (sin'ora mai rilevata, poichè a memoria d'uomo ciascun Dipartimento dell'unico Ministero della Giustizia non si "parla" ne' si coordina) sia una possibile risorsa (piuttosto che un problema) nel quadro di una credibile soluzione delle problematiche comuni dirette ad un scopo, scopo che dovrebbe essere condiviso da tutti gli attori".