Arrivo di Benedetto XVI, Gerardo Sacco realizza i doni per il Pontefice
Il prossimo 9 ottobre, alle ore 10:00, nell’area “ex Sir” di Lamezia Terme, si terrà per tutta la Calabria, uno degli appuntamenti più importanti del 2011, ovvero la visita pastorale di Papa Benedetto XVI. Gerardo Sacco, in Collaborazione con la Diocesi di Lamezia Terme e Ruggero Pegna (organizzatore dell’evento), ha progettato, oltre ad un’imponente Croce di metallo alta circa 18 m. ,che sormonterà il presbiterio, anche il contenitore in plexiglass che conterrà la stauroteca di Cortale posta alle spalle del trono Papale. Per questa opera, il Maestro Sacco si è ispirato alla famosa Croce, presente nel monastero basiliano di S. Elia, di Cortale. La sua particolarissima forma richiama un torchio, che nella simbologia cristiana si identifica con il processo di redenzione. La realizzazione della struttura, è stata affidata alla ditta di Reggio Calabria Progetto5, di Santino Frascati. Dono personale dell’orafo a S. S. Benedetto XVI, sarà una Croce pettorale in argento e oro, smaltata interamente a mano, che richiama sempre la croce di Cortale. Su di essa è riportata la seguente simbologia: al centro il volto del Cristo sofferente attorniato da piccoli angeli, nella parte superiore un angelo porta i simboli della passione, mentre ai lati sono riprodotte delle spighe di grano, simbolo del Cristo che dona se stesso sulla Croce e nell’Eucaristia. In basso, raffigurato il pio pellicano che con il proprio sangue sfama i suoi piccoli. L’intera croce è sostenuta da una catena in argento e oro con Jannacchè(sfere cave proprie della cultura Arbëreshë popolazione albanese trapiantata nel sud Italia nei primi del ‘900). Lo stesso motivo di catena, è stato realizzato da Gerardo Sacco su commissione della città di Catanzaro, nell’ottobre del 1984, in occasione della visita pastorale di Giovanni Paolo II sempre in Calabria. Inoltre la Diocesi di Lamezia Terme nella persona del suo Vescovo S. E. Mons. Luigi Cantafora ha commissionato all’orafo Gerardo Sacco un “uovo” che donerà a Sua Santità. L’opera in argento, eseguita interamente a mano, con pietre preziose e smalti, nella tradizione cristiana è simbolo della resurrezione del Cristo. La creazione si presenta con una serie di simboli sbalzati a mano di seguito descritti: partendo dall’alto una cupola sormontata da lapislazzuli e zaffiri richiamano il cielo, scendendo vi sono delle Croci con al centro dei rubini, e proseguendo sono raffigurate delle immagini che ritraggono lo stemma della diocesi di Lamezia, lo stemma Papale, la facciata del Duomo di Lamezia, l’immagine della Madonna di Visora in Conflenti, l’immagine della Madonna nera di Altotting (Santuario più importante della Baviera), e la Chiesa parrocchiale del Papa con il Fonte battesimale ove lo stesso è stato battezzato. La Diocesi ha inoltre richiesto di raffigurare il logo scelto per l’evento. Sul piedistallo l’immagine di San Pietro, primo Papa della storia (la stessa immagine è riprodotta sull’anello Papale). Un’ opera questa, che racconta una storia fatta di simboli teologici ed immagini che legano le chiese locali, come quella di Lamezia e quella di Passau (Germania), in perfetta comunione con quella universale rappresentata dal Vescovo di Roma. Ma non basta vi sarà ancora un ‘altra opera dell’ orafo Gerardo Sacco ad “impreziosire” la prossima visita Papale, infatti su commissione del Parroco di Conflenti don Adamo e del Vescovo di Lamezia Terme, un ramo di quercia in oro, verrà posto in occasione della celebrazione, sulla statua della Madonna di Visora di Conflenti, e più precisamente nella mano del Bambin Gesù. Nell’iconografia cristiana tale raffigurazione richiama alla presenza di quello spirito fecondante colmo di vitalità, che porta la linfa di dio nell’arbor vitae cristiano. Niente è dato al caso nella simbologia dell’opera, essa infatti si sviluppa su tre rami ad indicare la santissima trinità, su questi rami vi sono 12 foglie che rappresentano i dodici figli di Giacobbe, capostipiti delle 12 tribù d’Israele che nel nuovo testamento diverranno i “Dodici apostoli”, ovvero l’inizio del “nuovo popolo di Dio”. Su questo ramoscello è riprodotto anche il frutto, con due ghiande realizzate in oro e quarzo fumé, che rappresentano la natura umana e quella divina del Cristo. Ancora una volta Gerardo Sacco si fa interprete raffinato ed elegante dell’arte sacra, creando opere cariche di significato e pregevole fattura. Un richiamo forte alla fede, alla cultura ed alle tradizioni di diversi territori.