Prossima Italia: ecco come rifondare il Pd per farlo nascere davvero

Calabria Politica

"È giunta l’ora di superare la fase commissariale del Pd calabrese e dar finalmente vita, in tutte le sue forme democratiche, a un partito che in Calabria non è mai nato. - Comunica una nota del coordinamento regionale Calabria Prossima Italia - Un Partito democratico del quale amiamo i profondi principi guida, l’alta idealità a cui si ispira e che, dunque, rimane, nonostante tutto, il nostro partito di riferimento. Un partito, quello calabrese, che deve prendere forma definitiva intorno all’esigenze di cambiamento espresse sempre più pressantemente dai cittadini.

È dunque nostra intenzione contribuire concretamente e con grande senso di responsabilità alla nascita in Calabria di un partito che presti ascolto e dialoghi costruttivamente con la società civile, diventando il cuore pulsante, insieme a SeL e Italia dei Valori, di uno schieramento che aggreghi tutte le migliori espressioni democratiche, riformiste, cattoliche e progressiste calabresi. In questa prospettiva, riteniamo strategico condividere con i nostri alleati futuri le scelte di politica economica, la lotta al precariato e la riforma del mercato del lavoro, le politiche di cittadinanza, il sostegno alla scuola pubblica, le misure per l’energia e per i servizi di pubblica utilità, il modello di sviluppo, il riconoscimento di diritti civili di standard europeo. - Continua la nota - Il Pd che auspichiamo dovrà permettere ai suoi elettori di scegliere i propri candidati a Camera e Senato attraverso le primarie e dovrà esigere il rispetto dei limiti statutari che prevedono un massimo di tre mandati parlamentari. Dovrà adoperarsi, inoltre, per il recupero dell’astensionismo del nostro elettorato e ritenere davvero prioritario il coinvolgimento di quel 40 per cento di elettori che non si sente comunque ancora rappresentato. Occorre a tal fine intensificare gli sforzi per ridare fiducia nella politica ai cittadini, obiettivo che ci ha spinto a essere parte attiva nella recente campagna referendaria per l’abolizione del Porcellum.

In quest’ottica di rinnovamento e in vista del prossimo congresso, proponiamo che chi intenda ricoprire ruoli dirigenziali non possa poi candidarsi alle successive elezioni, dedicandosi così completamente al partito. Rimaniamo sconcertati, quindi, davanti a un Pd calabrese che - nonostante l’eclatante sconfitta alle ultime elezioni amministrative, che avrebbe dovuto indurre tutto il gruppo dirigente a un maggiore senso di responsabilità - continua imperterrito nel logorante e deleterio scontro tra le sue correnti, atteggiamento che genera sfiducia negli elettori perché contribuisce a incrementare la distanza tra i cittadini e una certa politica che appare totalmente indifferente ai problemi reali. Per conseguire questi obbiettivi di rinnovamento, però, è necessario un confronto vero, approfondito e di alto profilo. Una discussione che deve essere svolta nelle sedi opportune, a viso aperto e con regole certe. Chiediamo, pertanto, la riapertura del tesseramento, che - come denunciato da tanti dirigenti e iscritti, in tutte le cinque province calabresi - è stato gestito da pochi intimi, quasi di nascosto e spesso in maniera poco trasparente. Il Pd, che vogliamo, dunque, deve tornare ad essere il partito della partecipazione, dell’innovazione, della discussione democratica, della condivisione delle idee, del rispetto delle regole. Un partito attento e sensibile al dramma sociale che questa regione sta vivendo. Un Pd che sappia parlare al mondo del lavoro, che metta al centro delle sua attività politica il Mezzogiorno con le sue capacità propositive, con le sue donne ed i suoi uomini migliori. Un partito in grado di garantire un ricambio generazionale che non produca, come spesso avviene, conflitto, ma sprigioni, invece, entusiasmo e nuove energie.

Il Partito democratico calabrese deve divenire un’organizzazione dinamica e moderna che sappia utilizzare al meglio la rete e le nuove tecnologie. Un partito inclusivo che proponga un patto generazionale fondato sulla solidarietà, che sia radicato sul territorio e sappia adeguatamente ascoltare, per poi coinvolgere nelle proprie iniziative di buon governo chiunque voglia partecipare a questo progetto di rinascita. Vogliamo un partito che sappia valorizzare al meglio le peculiarità di questa regione, che possiede uno straordinario patrimonio di risorse ambientali, paesaggistiche, storiche e culturali; un partito che esprima una inequivocabile idea di sviluppo ecosostenibile che faccia leva sul turismo e sui settori ad esso collegati, come quello delle eccellenze agroalimentari, potenziando a tal fine la rete infrastrutturale ed i trasporti, con particolare attenzione al porto di Gioia Tauro, imperdibile bacino occupazionale che deve tornare ad essere competitivo nel Mediterraneo per contribuire alla crescita dell’intera regione. - In conclusione - Noi crediamo fortemente nella possibilità di raggiungere questi traguardi attraverso l’azione del Partito democratico, a patto che esprima una solida e motivata volontà di cambiamento. Per questo lotteremo con tutte le nostre forze per portarlo su un percorso di grande rinnovamento, affinché diventi punto di riferimento dei cittadini e forza strategica per lo sviluppo e la crescita della Calabria, del Mezzogiorno e dell’intero Paese.

P.S. La situazione calabrese e del Mezzogiorno. Come superare la distanza tra Nord e Sud, pensare di nuovo a quell'unità nazionale che è stata “sospesa” per vent'anni, dando voce al Sud che si muove e che si confronta con il Nord saranno fra i temi dell’iniziativa di Prossima Italia “Il nostro tempo”, un confronto politico che si terrà a Bologna, il 22 e il 23 di ottobre, alla presenza, tra gli altri, di Pippo Civati e Debora Serracchian."

Le opinioni espresse in questa pagina non impegnano in alcun modo la nostra testata rispecchiando esclusivamente il pensiero dell’autore a cui viene rimandata ogni responsabilità per quanto in essa contenuto.