Abitare sostenibile: due nuove norme ma resta il problema delle risorse
Già con la legge regionale 11 agosto 2010 n. 21, meglio conosciuta dai calabresi come Piano Casa, era stato avviato il percorso verso la riqualificazione del patrimonio edilizio regionale - pubblico e privato - non solo traguardando obiettivi di carattere architettonico quanto anche progettuale tecnologico e costruttivo tali da consentire e realizzare forme crescenti di risparmio energetico. Oggi il percorso è ulteriormente completato attraverso il sistema di norme per l’abitare sostenibile che la Giunta regionale – su proposta del competente assessore Gentile - ha voluto sottoporre la Consiglio come strumento quadro di regolamentazione dei principi fondamentali della sostenibilità in edilizia.
Federproprietà Calabria plaude alla iniziativa che raccorda la Calabria all’Europa attraverso la scelta di una metodologia tecnica coerente col sistema internazionale di valutazione energetico-ambientale.
Il percorso è però tuttora incompleto, come evidenzia il fatto che la legge calabrese è stata espressamente voluta come legge quadro di riferimento alla quale dovranno seguire iniziative ed adempimenti della Giunta regionale: ad essa, in effetti, restano espressamente demandate scelte essenziali che per tempestività e qualità sono destinate ad incidere direttamente ed irreversibilmente sul valore stesso della normativa.
Come dire che tutto potrà restare nel cassetto, quasi un alibi o la prova burocratica di un adempimento, o che potranno essere sprigionate risorse ed energie tali da rendere la Calabria regione pilota in tema di politiche ambientali, sostenibilità e tutela del territorio .
La materia è quanto mai all’ordine del giorno in una regione che vede problematicamente avanzare il fronte dei rifiuti solidi urbani nello smarrimento - spesso - degli amministratori locali sui quali gravano pesanti responsabilità oggettive ma ai quali spesso non sono destinati né mezzi né risorse.
Federproprietà Calabria segnala che se questo dovesse accadere anche per le norme sull’abitare sostenibile (la legge non prevede adeguati oneri finanziari a carico del Bilancio regionale ma fissa, ad esempio, sgravi che costituiranno minori entrate per i Comuni) i costi di tanto avanzato sistema normativo verrebbero esclusivamente scaricati sulla proprietà e sull’impresa edilizia cioè proprio su quelli che avrebbero dovuto essere - almeno all’apparenza - i soggetti immediatamente beneficiari delle normative volute in Calabria e suggestivamente definite del piano casa e dell’abitare sostenibile.