Comune Catanzaro: Argirò sullo strumento del “sale and lease back”

Catanzaro Attualità

“Tra i mille problemi causati ai cittadini italiani dall’esperienza governativa di centrodestra primeggia la cagionevole salute finanziaria di numerose Amministrazioni Comunali. - È quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dal Consigliere Comunale già ViceSindaco di Catanzaro Antonio Argirò -Naturalmente ogni Città fa storia a sé, e i fattori della crisi che pesano in misura differente da una Municipale all’altra rischiano, in alcuni casi, di non garantire più alcuni servizi essenziali. E’, anche per questo, che tra Governo e Anci, l’associazione che rappresenta la stragrande maggioranza dei Comuni Italiani, è guerra aperta. Lo testimonia la conseguente mobilitazione di tanti primi cittadini, “tranne qualche rara eccezione” sulle questioni riguardanti i trasferimenti statali e i tagli causati da finanziarie e manovre varie. La nota su cui battono tutti i Sindaci, sono i minori quattrini in arrivo dallo Stato, che nel caso Catanzaro ammontano all’incirca a sei milioni di euro di risorse che mancheranno dalle casse comunali, che rischiano di tradursi in un vero e proprio bagno di sangue per i cittadini, per l’economia locale , ma in modo particolare per i ceti più indigenti. E’, siccome, “Mala Tempora Currunt”, credo che le Amministrazioni locali, a cominciare dalla nostra Comunale, debbano valutare attentamente e scrupolosamente tutte le iniziative di natura tecnica-politica-finanziaria che si intendono adottare per far fronte agli obiettivi dettati dai patti di stabilità.

Per questo - continua Argirò - si richiedono ai Comuni interventi sempre più drastici, di buona finanza, di minori sprechi, di lotta concreta all’evasione diretta ad aumentare le entrate, che in una realtà come la nostra, dove l’Amministrazione ha sempre più compiti e meno risorse, servono ad assicurare il rispetto sul contenimento e sull’equilibrio della spesa pubblica. Il mio riferimento, per essere chiari, riguarda l’utilizzo dello strumento del “sale and lease back”, che sembra stia appassionando alcune teste pensanti all’interno della nostra Amministrazione. Senza pregiudizio alcuno verso questa formula finanziaria, consapevole che anche nella nostra realtà ci si può avvalere di questo strumento, a certe condizioni, soprattutto non “elusive”, ricordo a quanti lo propongono che non si tratta di un finanziamento a fondo perduto, ma di un debito da restituire con tanto di interessi, che pone nella condizione il cedente da proprietario del bene a diventare puro utilizzatore. Credo, quindi, che informare l’opinione pubblica sia necessario, soprattutto perché sono in molti che non comprendono la legittimità e la opportunità, che per Palazzo Doria e l’ ex mercato di via Daniele si utilizzi il lease back, senza che emerga palesemente se viene utilizzato come strumento efficace a far fronte ad emergenze di spesa corrente o per impellenti e indifferibili investimenti.Siccome chi amministra deve rispondere con atti e atteggiamenti a null’altro che alla chiarezza , correttezza e trasparenza non soltanto verso la Comunità a cui l’ente appartiene ma, per legge, soprattutto a chi ha il compito istituzionale di controllo della corretta gestione delle risorse pubbliche e bene sottolineare che sono numerosi i pareri tecnici che rilevano che la Magistratura contabile richiede, per la legittimità di questa operazione una approfondita analisi delle variabili che incidono sulla convenienza economica e finanziaria di questo istituto rispetto ad altri, quali la corretta determinazione del prezzo di vendita del bene e la valutazione comparativa tra il valore del bene dimesso e gli investimenti che si vogliono realizzare, la durata e l’ammontare dei canoni periodici, le modalità dell’operazione, la determinazione del prezzo di riscatto o di retrocessione e, infine, gli oneri accessori.

La “elusione” a cui faccio riferimento, che immagino sia stata attentamente valutata, è che se la vendita di questi beni non corrisponde ad esigenze strumentali ma solo allo scopo di procurarsi un finanziamento teso ad ottenere immediata liquidità per l’ente comunale, utile a rispettare gli obiettivi imposti dal patto di stabilità, l’effetto di questa azione avrebbe esiti incalcolabili. E’, per questo che ritengo sia necessario, per la tranquillità di tutti, richiedere parere, se ciò non è stato ancora fatto, ai sensi dell’art. 7, comma ottavo, della legge 5 giugno 2003, n. 131, alla sezione Regionale della Corte Dei Conti, interlocutore principale in materia di contabilità pubblica. E’ doveroso da parte mia porre questi dubbi, lasciando democraticamente decidere a chi governa la Città il da farsi, dando per scontato che abbia a cuore la regolare gestione finanziaria e dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa”.


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