Lilia Infelise in Burundi per discutere di democrazia e sviluppo
Lilia Infelise economista, candidata della società civile al Consiglio regionale nelle fila di IdV, è appena tornata dal Burundi, dove ha partecipato, come relatrice, alla Conferenza organizzata dall'ALDEPAC (Alleanza dei Democratici e Liberali per l'Europa, il Pacifico, l'Africa e i Caraibi), "Verso una riconciliazione attraverso la governance democratica". Alla Conferenza, che si è tenuta a Bujumbura, dal 26 al 28 febbraio, hanno partecipato ventisette Paesi. Al centro del dibattito il ruolo dei Parlamenti, dei media e della cittadinanza attiva per ogni democrazia. I lavori sono stati avviati all'Assemblea Nazionale alla presenza del Presidente della Repubblica Pierre Nkurunziza. Tra gli altri, sono intervenuti Pie Ntavyohanyuma (Presidente dell'Assemblea Nazionale del Burundi), Gervais Rufyikiri (Presidente del Senato del Burundi), Guy Verhofstadt (membro del Parlamento europeo, presidente del gruppo parlamentare ADLE, Alleanza dei Democratici e Liberali per l'Europa ). Tra gli organizzatori, Niccolò Rinaldi (membro IdV del Parlamento europeo, co-presidente ALDEPAC). La domanda sorge spontanea: dedicarsi all'Africa non equivale, forse, a trascurare la Calabria? Niente affatto. Entrambe le aree sono fragili ma ricche di risorse naturali e capitale umano: i percorsi di sviluppo sperimentati per l'una possono essere seguiti anche nell'altra. Se uniscono le forze e cooperano per le loro filiere produttive, l'Africa e la Calabria, insieme, possono progredire. Lilia Infelise è intervenuta su "Democrazia e sviluppo nei processi di riconciliazione: il ruolo della società civile". Per l'economista, è necessario tradurre in fatti la dichiarazione del Summit di Lisbona, «l'Africa e l'Europa sono tra loro strettamente legati dalla storia, dalla cultura, dalla geografia, da un comune futuro». Il pianeta sta attraversando un periodo di crisi che impone di ripensare i fondamenti dello sviluppo, economico e sociale. L'Africa e l'Europa possono avviare un'autentica partnership di sviluppo, per attuare un modello di agire politico che poggi sulla formazione continua e sulla partecipazione diretta di tutti i cittadini. Solo così la politica può diventare quell'azione di una comunità che valorizza e preserva i propri beni. Nella tre giorni sono stati affrontati problemi complessi come il rispetto delle opposizioni da parte delle maggioranze, la libertà di stampa e la responsabilità individuale del giornalista, la partecipazione femminile, le condizioni per un dibattito pre-elettorale democratico e rispettoso, le condizioni per il riconoscimento dei risultati delle consultazioni elettorali. Partecipazione democratica e sviluppo sono oggi una priorità, in Africa come in Europa: un cammino che si può e si vuole fare insieme.