La Guardia di Finanza di Reggio scopre nove lavoratori in nero
Un importante risultato nell’ambito dei numerosi interventi che vedono impegnati quotidianamente "sul campo" i militari della Guardia di Finanza di Melito Porto Salvo nell’attività di contrasto all’economia sommersa. L’intervento è stato effettuato, unitamente al personale della Direzione Provinciale del Lavoro di Reggio Calabria, presso un’attività commerciale specializzata nella rivendita al dettaglio di generi alimentari e di consumo particolarmente nota nel suo settore ed ubicata su 3 distinte sedi, 2 delle quali proprio nel comprensorio melitese. L’accesso presso le citate sedi della società, ha consentito di accertare su 21 dipendenti identificati ben 9 casi di lavoratori completamente “in nero”. Pesanti per il datore di lavoro le sanzioni previste per l’impiego di lavoratori non in regola con la vigente normativa: da 1.500 a 12.000 euro per ciascun irregolare, con la maggiorazione di 150 euro per ogni singola giornata lavorativa rilevata “in nero”. Il risultato conseguito, è il frutto di una specifica Convenzione, stipulata a livello centrale tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale ed il Comando Generale della Guardia di Finanza. La stessa ha tracciato le linee guida di tale proficua cooperazione fra le Direzioni Provinciali del Lavoro ed i Comandi Provinciali del Corpo, a contrasto di un fenomeno, quello del lavoro sommerso, spesso appannaggio delle organizzazioni criminali, con le molteplici ripercussioni negative che ne conseguono e con un forte impatto nel tessuto economico, sociale e civile del nostro Paese. L’operazione eseguita nella cittadina del basso ionio reggino, nel testimoniare ancora una volta l’importanza rivestita da una costante presenza sul territorio delle istituzioni per il ripristino della legalità, si colloca in un più vasto piano d’interventi del Comando Provinciale di Reggio Calabria finalizzati, non solo al contrasto dell’evasione e al sommerso di lavoro, ma anche ad assicurare una giusta "tutela" ai cittadini che agiscono nel pieno rispetto delle regole e che risultano svantaggiati da chi, evadendo il fisco e gli obblighi contributivo-previdenziali, opera una “concorrenza” sleale.