Rifiuti, sequestrata discarica: arrestato il Sindaco di Casignana

Reggio Calabria Cronaca

I carabinieri di Reggio Calabria e del N.O.E. stanno eseguendo due misure cautelari reali consistenti nel sequestro della discarica consortile di Casignana (valore stimato di circa 10 milioni di euro) e nel sequestro della società “ZETAEMME” s.a.s. (valore stimato di circa 3 milioni di euro). Tra gli arrestati anche Pietro Armando Crinò, 62 anni, Sindaco di Casignana. I carabinieri, tra le altre cose, hanno accertato che sono entrati in una discarica RSU non autorizzati dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria e che a causa dell’assenza di una idonea recinzione della discarica, bovini ed ovini pascolavano liberamente all’interno in aree contaminate da percolato. I particolari dell’operazione saranno resi noti agli organi d’informazione nel corso di una conferenza stampa, che sarà tenuta presso il Comando dei Carabinieri di reggio dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Pignatone alle ore 10.30.

I Dettagli | h 12:45

Alle prime ore di oggi, nei comuni di Bianco, Roccella Ionica, Gioiosa Ionica, Siderno, Casignana, Benestare, Bovalino e Reggio Calabria, 40 carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Nucleo Operativo Ecologico, hanno eseguito cinque misure cautelari personali di cui quattro agli arresti domiciliari nei confronti di: Crinò Antonio Giovanni, 52 anni, responsabile tecnico ditta ZETAEMME S.a.s. di Bianco (RC); Crinò Pietro Armando, 62 anni, Sindaco del Comune di Casignana; Massimo Lafronte, 41 anni, architetto; Giuseppe Saverio Zoccoli, 55 anni, socio dell’impresa ZETAEMME S.a.s. di Bianco (RC); ed una dell’obbligo di dimora nei confronti di Stefano Tallariti, 40 anni.

Nel medesimo contesto, sono state eseguite due misure cautelari reali: una relativa al sequestro della discarica consortile di “Casignana” (del valore stimato di circa € 10.000.000), che è al servizio dei comuni della bassa locride; una relativa al sequestro della società “ZETAEMME” s.a.s. (del valore stimato di circa € 3.000.000), che con i suoi 46 mezzi, oltre a gestire la predetta discarica, si occupa del servizio di raccolta degli RSU per i comuni della costa ionica reggina di Africo, Ardore, Brancaleone, Gioiosa Ionica e Sant’Ilario dello Ionio, nonché titolare di altri appalti pubblici e privati, nel campo della raccolta dei rifiuti ingombranti. Sono stati notificati quattro avvisi di garanzia, tra cui al sindaco di Gioiosa Ionica, Mazza Mario 55 anni, ed uno al direttore tecnico della Leonia S.P.A., Stiriti Giorgio 42 anni, che si occupa della raccolta dei rifiuti a Reggio Calabria.

La misura emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, scaturisce dalle indagini condotte dal N.O.E., che hanno consentito di accertare a carico degli indagati, in concorso tra loro ed a vario titolo, responsabilità in ordine al reato di traffico illecito di rifiuti, in quanto, al fine di conseguire un ingiusto profitto, consistente nel risparmio di denaro dovuto per un corretto smaltimento del percolato, per la ricopertura e la compattazione giornaliera dei rifiuti, nonché per le opere necessarie per una corretta manutenzione della discarica, mettevano in atto le seguenti operazioni illecite: abbancavano i rifiuti solidi urbani in aree della discarica consortile, non autorizzate e senza previo isolamento dal terreno con apposita geomembrana; sversavano il percolato prodotto dagli R.S.U., nel vallone Rambotta; abbancavano rifiuti in quantità eccedenti ai limiti autorizzati; omettevano di provvedere alla copertura e compattazione giornaliera dei rifiuti; consentivano il conferimento di rifiuti anche pericolosi, non ammissibili in discarica; consentivano il conferimento di rifiuti a soggetti non autorizzati, il tutto, allestendo mezzi e attività continuative ed organizzate, per la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti, potuti quantificare solo in parte. Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno permesso di accertare una illegalità diffusa nella gestione della discarica di Casignana. Nello specifico, anche con l’utilizzo di video-riprese, intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono state accertate, oltre alle condotte sopra riportate, incendi dolosi di rifiuti all’interno delle aree di abbanco, posti in atto dagli stessi operai ed a causa dell’assenza di idonea recinzione, il pascolo di bovini ed ovini all’interno della stessa discarica ed in aree contaminate da percolato. Si è altresì accertato, che con accordi sottobanco, e con la compiacenza ora del sindaco di Casignana, ora del responsabile della ZETAEMME, sono entrati in discarica RSU non autorizzati dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria. la discarica, sequestrata è stata affidata in custodia all’Ufficio del Commissario, che ne dovrà curare, previa l’eliminazione delle carenze di impermeabilizzazione, la successiva gestione., mentre la ZETAEMME, è stata affidata ad un curatore nominato dall’Ufficio del G.I.P.

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