Domani scopertura opera dell’artista Salvatore Di Luca
Domani nella Chiesa Arcipretale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (XI sec) in Morano Calabro, a margine della Liturgia Eucaristica delle ore 11:00 officiata dal parroco Padre Flavio Paladino, scopertura dell’opera pittorica realizzata dall’artista Salvatore Di Luca. Per rintracciare cerimonie simili è necessario ripercorrere a ritroso i meandri della storia, e non di pochi anni. E tuttavia le aderenze con l’evento attuale non sono neanche rilevabili ma solo ipotizzabili, nonostante la ricchezza dei tesori custoditi nel più vetusto dei luoghi di culto moranesi lasci supporre che non ne siano mancate. Il dipinto - che da domenica sarà offerto, dopo la solenne benedizione, all’ossequio permanente dei fedeli - non è stato commissionato, ma, più semplicemente, donato. Affonda le radici nella sincera devozione dell’autore, il quale testimonia con esso la fede che innerva il suo animo e il profondo legame verso i lidi natii. La produzione del Di Luca si articola da sempre tra soggetti paesaggistici e impressioni naturalistiche, figli di uno spiccato realismo e della tendenza innata a voler raccontare, perpetuandoli, angoli e suggestioni della propria esistenza. Si caratterizza, specie negli ultimi tempi, per uno sviluppo che lo traghetta verso orizzonti inesplorati, riuscendo magnificamente a trasporre su tela sentimenti e idee capaci di affascinare l’osservatore e a trasferirgli intensi accenti emotivi. Si resta interdetti dinanzi alla bellezza di quest’opera i cui solfeggi cromatici elevano e qualificano l’intero florilegio del Di Luca. Una mastodontica immagine del Cristo, “Gesù Redentore dell’Umanità” (2,60 m x 1,40 m), eseguita con acrilico su tavola di legno koumé, incapsulata in una splendida cornice dorata e ingentilita da motivi floreali, catalizza immediatamente l’attenzione. L’impatto visivo è davvero notevole: i segni della passione, un braccio della croce, un chiodo sanguinante, la corona di spine, stilizzati in un cielo plumbeo, appaiono sormontati dalla figura imponente del Cristo trionfante. Il Signore dell’Universo, fluttuante in uno spazio non più tetro ma gradualmente emendato in un azzurro brillante, preludio di vittoria sulla morte, indice di libertà eterna, circondato da un vortice sfumato, mostra mani e piedi forati. E sembra voler dire che se Lui è risorto, quanti lo amano parimenti risorgeranno. “Tergerà ogni lacrima dai nostri occhi e non vi sarà lutto né pianto; l’amore trionferà e gli uomini che avranno creduto non periranno”: il messaggio può sunteggiarsi così. Dagli occhi al cuore il passo è breve e la lode spontanea. E’ successo a noi… e se così sarà per quanti potranno fruirne in futuro l’obiettivo dell’artista è tangibilmente conseguito. Per ora non è possibile esibire foto del lavoro. Per ammirarne la delicatezza, la perfetta armonia dei lineamenti, le proporzioni e la dimensione prospettica è indispensabile recarsi da domenica prossima presso l’Arcipretura moranese. La tavola sarà collocata sul fronte dell’ultima colonna, appié del presbiterio, lato evangelio. Innestata per volontà del parroco Paladino e la squisita sensibilità dell’autore, ai tralci vigorosi di uno degli scrigni d’arte più preziosi e apprezzati della Calabria.