Il ruolo attivo di Oliverio all’assemblea nazionale Upi
Il Presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio, ha fatto sentire la posizione e gli orientamenti della Provincia di Cosenza e anche quella delle altre Province calabresi di netta contrarietà ai contenuti del Decreto del Governo-Monti relativamente alle Province e alla cancellazione degli organismi democratici eletti: consigli e giunte provinciali.
Partecipando all’Assemblea Nazionale dell’UPI (Unione Province Italiane), Oliverio ha svolto un ruolo attivo nella definizione di una linea unitaria dell’UPI, condensata in un documento approvato all’unanimità e inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Monti e ai Gruppi parlamentari dei diversi partiti.
“Ridurre i costi della politica e quelli della Pubblica Amministrazione –ha detto, tra l’altro, il presidente Oliverio nel corso del suo intervento- è necessario. Contrastare la drammatica crisi che, come un cappio sta stringendo al collo l’economia del nostro Paese e, più in generale, l’euro e l’Europa, richiede l’assunzione di misure capaci di incidere in profondità, per tagliare sprechi e spese inutili ed improduttive.
In questo quadro si pone con urgenza la necessità di riorganizzare il sistema della Pubblica Amministrazione e di riformare lo Stato in tutte le sue articolazioni.
Abolire le Province, al di fuori di un serio progetto complessivo di riforma e di riorganizzazione dello Stato e delle Istituzioni ad ogni livello, significa fare soltanto semplice demagogìa, senza produrre alcun risultato e senza raggiungere alcun obiettivo di risanamento e di contenimento della spesa”.
“Lo studio dell’Università Bocconi, presentato ieri all’Assemblea nazionale dell’UPI -.ha aggiunto il presidente della Provincia di Cosenza-ha dimostrato in modo scientifico, con dati precisi ed in maniera inconfutabile, che il peso delle Province nel sistema della Pubblica Amministrazione del nostro Paese è irrisorio (pari solo all’1,5% del totale complessivo) ed è stato anche evidenziato che il trasferimento delle funzioni esercitate oggi dalle Province ad altre istituzioni (Regioni e Comuni) comporterebbe in molti casi un aumento dei costi ed un abbassamento della qualità dei servizi.
Il problema, quindi, deve essere affrontato in termini complessivi, con una chiara visione d’insieme, per porre mano ad una seria e radicale riforma dello Stato e della Pubblica Amministrazione, in direzione dell’efficienza dell’organizzazione dei servizi e dell’abbattimento dei costi garantendo, allo stesso tempo, strumenti di selezione democratica al governo della cosa pubblica ad ogni livello.
Ricercare agnelli sacrificali illudendosi di placare la vandea montante dell’antipolitica senza incidere e senza produrre nessun reale cambiamento nel contenimento dei costi e nel funzionamento della macchina pubblica, serve solo a rinviare nodi strutturali che, invece, è urgente affrontare e sciogliere.
Avviare subito una riorganizzazione ed una riforma radicale delle istituzioni, definendo con chiarezza ruoli e funzioni di ognuna di esse e determinando un serio contenimento dei costi: questo è il percorso serio ed incisivo di cui ha bisogno il Paese per raggiungere standard elevati di efficienza e di celerità nelle risposte che sono chiamate a dare le istituzioni ad ogni livello”.
“Dalle Province, che non devono presentare il volto dell’autoconservazione ma quello di soggetti attivi di un profondo cambiamento dell’assetto statuale per fare della crisi un’opportunità di rilancio di una stagione di crescita e di sviluppo-ha concluso Oliverio- deve partire la sfida di una vera riforma della Pubblica Amministrazione da realizzare entro tempi determinati, senza continuare ad indugiare e a perdere ulteriore tempo prezioso”.