Pari opportunità: Tropea, chiesta intitolazione strade a due grandi donne

Vibo Valentia Attualità

“La Commissione Pari Opportunità di Tropea chiede al comune l’intitolazione di due strade a due grandi donne; Lydia Toraldo Serra e Irma Scrugli, figure di spicco della comunità, note rispettivamente con gli appellativi di “Sindachessa” e “Signorina”. - È quanto si legge in una nota della Presidente delle Pari Opportunità, Beatrice Lento - La “Sindachessa” nativa di Cosenza, coniuge del marchese Pasquale Toraldo, venne eletta sindaco di Tropea nell’anno in cui le donne ebbero riconosciuto il diritto di elettorato attivo e passivo e guidò per ben 15 anni la comunità prostrata dagli eventi tragici della seconda guerra mondiale e dei terremoti. Ottenne le prime case popolari, le poste, l’ammodernamento dell’ospedale, un’agenzia dell’OMNI e promosse con lungimiranza il turismo con il dragaggio del porto, la cura delle fiumare e la realizzazione dello stabilimento balneare “S. Leonardo”.

La “Signorina”, tropeana, della famiglia dei Conti Scrugli, giovanissima avvertì la chiamata spirituale e a ventitré anni intrecciò la sua vita a quella del Servo di Dio Don Mottola, condividendo con lui l’ideale di una donazione totalitaria a Dio e agli ultimi. Nasce la Casa della Carità che, grazie alla guida carismatica di Padre Mottola ed al fervore appassionato di Irma richiama tante donne a divenire Oblate del Sacro Cuore, sposando il grande ideale della povertà per abbracciare gli emarginati, i sofferenti, i cancerosi dei tuguri di Tropea, i bambini e gli anziani.

“Lydia Toraldo Serra ed Irma Scrugli - dichiara Beatrice Lento - sono entrambe donne emancipate dai pregiudizi e dagli stereotipi che all’epoca soffocavano l’essere donna. Grazie al loro impegno, alla loro determinazione e al loro fascino sono riuscite a guidare la comunità verso il progresso superando il sistema di rapporti sociali che nella Tropea del tempo allontanava le classi sociali. Lydia ed Irma escono dai loro palazzi e tendono la mano alle classi deboli che vivevano ai margini della società. Entrambe, anche se in modo diverso, erano donne di grande fede, capaci di annientare gli egoismi personali per donarsi agli altri nel servizio”