Movimento “Parliamone“: ”Diamo credito ai giovani”
“Dopo la manovra governativa dei giorni scorsi diventa più che mai urgente attivare concrete azioni di sostegno a favore dell’imprenditorialità privata, ponendo particolare attenzione al mondo giovanile senza il quale orma non si va da nessuna parte. I giovani hanno bisogno di entrare prima possibile nel mondo del lavoro e le opportunità che oggi hanno sono davvero scarse, se non addirittura nulle. Ecco perché a nostro avviso è urgente che gli Enti pubblici attivino aiuti concreti, al di fuori dei consueti canali finanziari legati quasi sempre a progetti europei di difficile e lunga realizzazione”. - Lo afferma Ivan Mancuso, promotore del costituendo movimento catanzarese “Parliamone”. - Ma come aiutare i giovani e gli imprenditori locali a fare impresa o produrre nuova occupazione?
“Un programma interessante - continua Mancuso - potrebbe essere quello di affidare i terreni di proprietà comunale, provinciale o regionale, ma anche quelli dell’Aterp, e gli eventuali immobili non utilizzati, a giovani volenterosi che vogliono intraprendere seriamente un’attività imprenditoriale, con contratti di comodato d’uso gratuito, almeno ventennali, per dare a ciascuno la possibilità di abbattere le spese iniziali. Dare credito ai giovani, quindi, perché molti di loro hanno grande voglia di lavorare, ma spesso si trovano nell’impossibilità di farlo. Il programma può essere interessante in quanto gli Enti possono non solo recuperare locali e terreni abbandonati da anni, a spese dell’aspirante imprenditore logicamente, ma trarre eventuali profitti in termini di tasse accessorie. (concessioni edilizie, ristrutturazione immobili, oneri di urbanizzazione, licenze commerciali, ecc.). I giovani dovrebbero quindi investire solo sul loro progetto imprenditoriale, senza farsi carico di quei costi iniziali che spesso scoraggiano tutti”.
“Tutto questo - continua il rappresentante di “Parliamone” - dovrebbe essere vagliato da una commissione composta da rappresentanti di Confindustria, Confartigianato, Fincalabra e da uno/due rappresentanti dell’amministrazione pubblica di pertinenza, a garanzia della fattibilità del progetto. Il bando, naturalmente, dovrebbe essere aperto a tutti, senza alcuna esclusione e le graduatorie di assegnazione degli immobili (terreni o strutture) dovrebbero essere due: una per le imprese artigianali e una per le industrie (piccoli o grandi progetti). Nella prima graduatoria dovrebbero essere inclusi i progetti squisitamente artigianali, prediligendo quelli di carattere locale da portare a termine in proprio o con poche unità lavorative; nella seconda graduatoria invece potrebbero essere inseriti progetti che prevedono l’utilizzo di più di 10 unità lavorative”.
Da parte dell’aspirante imprenditore ci dovrebbe essere l’impegno a rispettare le condizioni prospettate nel progetto e le conseguenti leggi sul mercato del lavoro, pena la revoca immediata della concessione, mentre gli Enti dovrebbero assicurare la immediata fruibilità della proprietà immobiliare che sarà assegnata sulla base delle valutazioni espresse dalla preposta Commissione.
“Utopia? Chissa! Certamente - conclude Mancuso - sarà una buona opportunità per tutti coloro che vogliono veramente realizzare una piccola-media impresa e che spesso desistono dal farlo per gli alti costi iniziali che ciò comporta. Gli Enti potranno invece recuperare strutture e terreni ormai in disuso che sono spesso oggetto di vandalismi e spese di straordinaria manutenzione”.