Sequestro Azzarà. A Motta si prepara manifestazione
Sono passati quattro mesi dal sequestro, in Darfur, di Francesco Azzarà, operatore umanitario, di cui non si hanno più notizie. Il comitato per la sua liberazione, costituito a Motta S. Giovanni, il centro del reggino di cui Francesco è originario, annuncia una mobilitazione in suo favore. "Oggi - si legge in un comuniacto - a quattro mesi dal suo sequestro, vogliamo annunciare che siamo tutti impegnati ad organizzare una grande manifestazione che si svolgerà a Motta San Giovanni l'ultima settimana di dicembre. Abbiamo trascorso questi mesi nella speranza di poter riabbracciare il nostro amico, più volte abbiamo sentito di rilascio imminente, di problema risolto, di questione di giorni per poi dover ricominciare a contare le ore, i giorni e i mesi. In questa iniziativa - si legge - è nostra intenzione coinvolgere quanti, in questo interminabile periodo, hanno manifestato interesse per Francesco attraverso i social network, il web, le lettere, con la partecipazione alle nostre manifestazioni, la solidarietà espressa alla famiglia in qualsiasi forma, dalla più eclatante a quella più semplice e intima. Inviteremo a Motta San Giovanni, che per un giorno vogliamo capitale di questa nostra Italia, tutte le autorità, tutti i soggetti che in questa vicenda hanno assunto un ruolo e ai quali chiederemo un impegno ancora maggiore, una partecipazione attiva, una manifestazione concreta dell'interesse per questo ragazzo, figlio di questa comunità che lo ha visto giocare, studiare, lavorare, impegnarsi per il sociale, realizzarsi nella vita. Dal Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, passando per il Ministro degli Esteri, l'Ambasciatore del Sudan in Italia, Emergency e tutte le istituzioni che adesso, oltre alla simbolica esposizione della gigantografia, vogliamo ancora più presenti, tutti saranno interpellati. Ognuno di loro sarà chiamato e sollecitato".
La nostra - è scritto - non vuole essere una manifestazione contro qualcuno, ma per qualcuno. Non vogliamo quelle risposte che debbono essere date solo alla famiglia, ma vogliamo avvertire l'interesse per Francesco, vogliamo una dimostrazione che non e' stato abbandonato, dimenticato, lasciato al suo destino. A Motta, quel giorno, vogliamo rivivere i momenti già vissuti durante la fiaccolata organizzata il 18 agosto. Vogliamo essere fonte di energia positiva per Francesco. La prossima settimana - annuncia il comitato - convocheremo una conferenza stampa per presentare nel dettaglio il programma e annunciare quanti, tra quelli interpellati, hanno risposto alle nostre richieste, hanno sposato questa causa, hanno seriamente intenzione di ripartire da Motta San Giovanni per non fermarsi più se non ci saranno novita'. Siamo pronti - continua la nota - a proseguire questo nostro cammino, siamo pronti a spostarci anche su Roma se sara' necessario. Siamo pronti, senza indugio, ad urlare con tutta la voce che abbiamo che vogliamo Francesco libero, e lo faremo fuori Palazzo del Quirinale, Palazzo Chigi, Palazzo della Farnesina, l'Ambasciata del Sudan e la sede di Emergency. Non saremo soli, saremo in molti, saremo tantissimi".