Detenzione abusiva armi, arresti e denunce nel reggino

Reggio Calabria Cronaca

A seguito di perquisizione sono stati tratti in arresto per detenzione abusiva di arma clandestina, detenzione abusiva di munizionamento e ricettazione: Michele Raffa 67 anni, Salvatore Raffa 19 anni e Giorgio Raffa 41 anni, e denunciati per gli stessi reati, Vincenzo Raffa 36 anni fratello di Giorgio Raffa e, Michele Raso, già colpito da provvedimento di fermo nell’ambito della stessa indagine dal Gruppo di Aosta. Vincenzo e Giorgio Raffa risultano altresì indagati, insieme a Romeo Tropiano 49 anni ed altri esponenti vicini alla famiglia “Facchineri” residenti nelle provincie di Bologna ed Aosta, nell’ambito della stessa indagine, per delitti di estorsione ed associazione di stampo mafioso.

I Fatti |

I Carabinieri della Compagnia di Taurianova, a seguito di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Torino in ordine ad una vasta indagine nei confronti di personaggi collegati con la famiglia di ‘ndrangheta dei “Facchineri” di Cittanova (RC), effettuata nelle provincie di Bologna, Torino e Reggio Calabria dal Comando Gruppo di Aosta, hanno effettuato diverse perquisizione in San Giorgio Morgeto.

Sono Giuseppe Facchinieri, 51 anni, di Marzabotto (Bologna), i suoi cognati Giuseppe Chemi, 51 anni, di Castel d'Aiano (Bologna) e Roberto Raffa, 36 anni, di Aosta, e Michele Raso, 49 anni, di Cinquefrondi (Reggio Calabria), le quattro persone arrestate ieri dai carabinieri su ordine della Dda di Torino. Facchinieri, detto "il Professore", secondo la Dda appartenente alla storica 'ndrina dei Facchineri (il cognome dell'arrestato e' frutto di un errore anagrafico) di Cittanova, e Cheli avrebbero contattato i due imprenditori valdostani, attivi uno nel campo dell'edilizia e l'altro in quello dell'archeologia, segnalati loro da Raffa, unico valdostano dell'organizzazione che avrebbe avuto il ruolo di basista. A uno dei due, quello raggiunto dalle quattro lettere di minacce, avrebbero chiesto un milione di euro. All'altro, invece, avrebbero fatto bruciare un escavatore a Quart (Aosta) lo scorso settembre.

Raso, autotrasportatore calabrese che effettuava frequenti consegne in Valle d'Aosta, avrebbe avuto invece funzione di intermediario col fratello, Salvatore, rimasto ucciso da nove colpi di pistola in un agguato di 'ndrangheta a San Giorgio Morgeto lo scorso settembre. Nel tir di Raso, arrestato ad Aosta, sono stati trovati una pistola e un giubbotto antiproiettile. Un'altra arma e' stata trovata nel suo capannone a Taurianova.

Durante le perquisizioni, all’interno di un capannone in contrada Don Paolo in San Giorgio Morgeto, in uso alla ditta “R.R. s.n.c. di Raso-Raffa”, i Carabinieri di Taurianova hanno rinvenuto una pistola semiautomatica; la stessa, avvolta da uno straccio, era nascosta all’interno di una cassetta in plastica di colore giallo, comunemente usata per il trasporto dell’uva ed accatastata insieme a numerose altre cassette dello stesso tipo. L’arma era priva di marca, in buono stato di manutenzione e dotata di caricatore contenente 7 cartucce cal. 7,63x25 Mauser; unitamente alla pistola sono state rinvenute n.38 cartucce cal.7,63x25 Mauser e n.7 cartucce cal.7,62x25 S&B, tutte in buono stato di conservazione. I tre arrestati, sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Palmi.