Migranti di Rosarno, il bello della rivolta
A quasi due anni dalla rivolta di Rosarno, reteRadici vuole riaprire il dibattito con una serata di riflessione, arte e cultura. Mentre i lavoratori migranti sono tornati a centinaia nella Piana, tutte le problematiche analizzate nel dossier “Radici/Rosarno- monitoraggio autunno inverno 2010/2011” rimangono irrisolte. Non solo: si assiste allo stucchevole scaricabarile delle istituzioni e a una campagna d’odio che di fatto tende a fomentare nuove ritorsioni sui migranti. Parlano di emergenza, ma la verità è che a Rosarno i neri fanno paura perché hanno il coraggio di denunciare. E la ‘ndrangheta non può tollerare un nuovo insediamento dei migranti: quando fanno gruppo, gli africani sono al di fuori del controllo criminale. È chiaro però che, nonostante le promesse, l’arrivo degli stagionali fa riemergere problematiche non ancora affrontate: né una nuova bidonville né i campi di accoglienza sono la soluzione.
La serata del 27 dicembre sarà l’occasione per discuterne insieme.
Ma quello che reteRADICI si propone di fare è rilanciare l’immagine positiva degli africani e della rivolta: una lezione di civiltà che viene dai cittadini migranti e scuote le coscienze di noi calabresi. E lo faremo attraverso due opere dall’alto tasso artistico!
Si tratta del cortometraggio “A chjana” di Jonas Carpignano, vincitore del Premio per il miglior corto nella sezione Controcampo del Festival del cinema di Venezia del 2011, e del monologo teatrale “La spremuta” di Beppe Casales, un’artista veneto che ha realizzato un eccellente spettacolo sulla rivolta di Rosarno incrociando sapientemente storie di ‘ndrangheta e migranti coraggiosi.
Nel corso della serata saranno disponibili le copie del dossier “RADICI/ROSARNO – monitoraggio 2010/2011” e del film documentario girato da Luciano Pensabene “Rosarno, un anno dopo”.
A partire dalle 18.30, nel corso del dibattito che precederà le esibizioni artistiche sarà inoltre presentata la campagna di monitoraggio che la reteRADICI intende svolgere anche quest’anno nella Piana di Rosarno. Una campagna che vedrà operare in sinergia gli attivisti della rete e del circolo di Reggio di Legambiente con importanti collaborazioni nazionali. A testimonianza che la questione Rosarno è, ancora oggi, una questione globale, da affrontare facendo rete.