Artista calabrese restaura scultura in Sala Udienze del Vaticano
Giuseppe Farina, docente di scultura, nato e residente a Monterosso Calabro, in provincia di Vibo Valentia, ha coordinato i lavori dell'opera di restauro della "Resurrezione" di Pericle Fazzini, la scultura fortemente voluta da Paolo VI per l'Aula delle Udienze in Vaticano, da qualche settimana consegnata al suo antico splendore e quindi alla platea dei visitatori. Giuseppe Farina è stato nominato responsabile artistico di una equipe di cui fanno parte anche Flavia Callori, responsabile del laboratorio di restauro metalli e ceramiche dei Musei Vaticani, Antonio e Giuseppe Del Giudice, della Fonderia d'Arte 2000 di Nola e altri tecnici della facolta' di architettura "Luigi Vanvitelli" di Napoli, coordinati da Emilio Africano. Ma ci sono altri nomi altisonanti come Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Guido Rainaldi responsabile dell'Aula Nervi, il cardinale Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura della Casa Pontificia e Gianluigi Tinghi, responsabile del progetto sponsor.
Il 3 ottobre scorso sono stati avviati i lavori per pervenire ad una prima diagnosi sullo stato di conservazione dell'opera. Poi una serie di interventi di pulitura e trattamenti chimici di combinate per non danneggiare la sensibilità della modellazione. Poi l'applicazione di cere e resine acriliche. Oggi la "Resurrezione" di Pericle Fazzini, installata nell'Aula Nervi per le Udienze del Santo Padre, è stata restituita in tutto il suo fascino iniziale. Giuseppe Farina, e' tornato a Monterosso Calabro con i complimenti di Papa Benedetto XVI, che lo ha ricevuto, alla fine, in forma strettamente privata unitamente ai suoi familiari, della gendarmeria vaticana e di Lisa Schneider contenta di aver realizzato un suo vecchio pallino. Non è facile descrivere un'opera come la "Resurrezione" di Pericle Fazzini che a prima vista appare come una sorta di gigantesca allucinazione, emersa da un cataclisma. In verita' dentro questa scultura sono racchiusi i nostri peggiori incubi, tutto cio' che abbiamo temuto e che guerre e cataclismi - e' stato scritto - ci hanno mostrato come possibili. Il caos e' dominato da un Cristo che campeggia al centro, sia levandosi che sporgendosi verso la sala in una sorta di abbraccio ideale. Non a torto l'Osservatorio Romano lo ha definito, in un articolo di Sandro Barbagallo, "Quell'abbraccio che domina e placa ogni tempesta".