Processo “Golden house” a Vibo, assolti i quattro imputati
Tutti assolti perché il fatto non sussiste. Il tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Cristina De Luca, ha emesso una sentenza di assoluzione nei confronti dei quattro imputati nel processo "Golden house", che rispondevano dei reati di abuso d'ufficio e abusivismo edilizio in concorso per violazione di norme in materia ambientale, per la realizzazione di due strutture residenziali in fase di ultimazione nei territori di Vibo Marina e Bivona, frazioni di Vibo Valentia, colpiti dall'alluvione del 3 luglio 2006, e sequestrate dalla Guardia di finanza nel febbraio 2009. Gli imputati nel processo - scrive l'Agi - erano Giacomo Consoli, all'epoca dirigente del settore Urbanistica del Comune di Vibo Valentia; Gioele Paolo Pelaggi, progettista di uno dei complessi residenziali; Francesco Mirabello e Pietro Naso, costruttori e richiedenti delle concessioni edilizie al centro dell'impianto accusatorio costruito dalla Procura. Per loro, dunque, un'assoluzione piena.
Il tribunale ha quindi riconosciuto la correttezza del loro operato. Nella sua requisitoria nelle fasi finali del processo, il pm della Procura di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, aveva chiesto per gli imputati una condanna a complessivi 6 anni e 8 mesi di carcere: 2 anni e 6 mesi per l'architetto Consoli, accusato di abuso e omissione d'atti d'ufficio; 1 anno e 6 mesi ciascuno per Pelaggi e Mirabello, sempre per abuso d'ufficio; e 1 anno e 2 mesi di reclusione per Naso, per abuso d'ufficio. A tutti l'accusa contestava anche il concorso in abusivismo edilizio per il quale aveva chiesto, come pena contravvenzionale, 2 anni di arresto e 80 mila euro di ammenda per ciascun imputato.