Grande (Fli Villapiana): “Il governo Monti si ricordi della 106”
A pochi giorni di distanza dall’ultimo, tragico incidente sulla SS 106 Jonica nel quale ha perso la vita un motociclista di Zumpano, è Michele Grande, coordinatore territoriale FLI Alto Jonio nonché segretario della sezione di Villapiana, a rivolgere il suo appello al governo tecnico presieduto da Mario Monti affinché si ricordi dell’annosa questione della “statale della morte” all’interno del proprio programma: “Il Governo Berlusconi, al pari degli altri governi che lo hanno preceduto, ha continuato a percorrere la strada del disinteresse verso un’arteria di fondamentale importanza lungo la quale gli incidenti, anziché diminuire, aumentano giorno dopo giorno. Abbiamo assistito all’ennesimo impatto lungo un tratto cruciale della storica 106, colmo di buche e con l’asfalto ormai ridotto ad un campo minato. Il ponte che sovrasta il torrente Raganello è ormai una fioriera a tutti gli effetti e, spesso, è chi non conosce bene il territorio e le strade che lo percorrono a dover pagare dazio.”
Grande estende la propria sollecitazione ai parlamentari calabresi che siedono alla Camera e al Senato: “Abbiamo 32 rappresentanti della nostra regione che fanno parte del nostro Parlamento: ad eccezione delle frequenti interrogazioni parlamentari dell’On. Angela Napoli si è fatto veramente poco per riportare alla ribalta l’argomento. È dovere di tutti i nostri parlamentari prodigarsi per evitare al nostro territorio ulteriori spargimenti di sangue, ulteriore dolore per le famiglie calabresi, ulteriori figuracce agli occhi dei turisti che visitano i paesi del nostro comprensorio. Monti ha promesso che uno dei punti cruciali della fase 2 del suo programma riguarderà le infrastrutture: sappiamo che in programma sono previsti interventi per quanto concerne le nostre strade ma ciò non toglie che è strettamente necessario accelerare i tempi da parte della classe politica. Siamo costretti a percorrere ogni giorno una strada indegna, le cui condizioni sono uno schiaffo pesantissimo nei confronti dei diritti dei cittadini, un’umiliazione che non siamo più disposti a sopportare.”