Cosenza, Stancato: per battere la povertà non bastano i soldi

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“Le condizioni in cui versa la nostra gente sono ormai allarmanti e di fronte al dilagare della povertà è necessario che le istituzioni si sveglino: non basta spendere i pochi soldi che ci sono, bisogna sapere dove e come. Non è più tempo di improvvisazioni”. Con queste parole Katia Stancato, portavoce del Forum Terzo Settore della Calabria, ha commentato i provvedimenti in materia di politiche sociali varati dalla Regione. “In Calabria, l'incidenza della povertà relativa è superiore alla media nazionale: nel 2010 il 26% delle famiglie residenti si collocava sotto la linea di povertà relativa, il 9% della popolazione riesce a fare un pasto adeguato ogni 2 giorni e il 15% non riesce a riscaldare adeguatamente la casa” - ha ricordato la Stancato - “L’ultimo rapporto della Caritas definisce lo stato sociale ed economico del nostro paese una povertà di diritti, ossia una condizione nella quale le persone hanno diritti formali ma non sostanziali come la possibilità di accedere e fruire delle opportunità che offre la società e delle quali necessitano”. “In questo quadro, la politica sociale dal governo regionale è assolutamente insufficiente” - ha affermato la Stancato - “La lotta alla povertà, non può essere affidata alla concessione una tantum di contributi economici che finiscono per avere l'effetto di una goccia nel mare. È necessario invece programmare con più competenza gli interventi per garantire un maggiore e più puntuale sistema di servizi alle famiglie e alle persone in difficoltà”. La portavoce ha elencato anche alcune delle proposte sulle quali il FTS chiede l'impegno da parte della Regione: “Una maggiore copertura finanziaria per la legge regionale della non autosufficienza, l’attuazione del Piano regionale dei Servizi sociali, l’attuazione della legge regionale sulla cooperazione sociale e l’avvio dei piani di zona sono le priorità da cui iniziare”. In conclusione la Stancato ha ribadito che “è assolutamente necessario dare vita ad una prassi di confronto e programmazione che coinvolga la rappresentanza dei Comuni calabresi, del Terzo Settore e della Chiesa, realizzando finalmente la sussidiarietà di cui parla la Costituzione”.